Piano per rilanciare il Made in Italy proposto dall’organizzazione di chi garantisce la qualità .
Un piano per la ripartenza dell’agroalimentare italiano è stato presentato alla Ministra delle politiche agricole, Teresa Bellanova, da OriGIn Italia, organizzazione nata dall’Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche e che oggi rappresenta 64 realtà consortili rappresentative di circa il 93% delle produzioni ad Indicazione Geografica.
L’ipotesi operativa auspica una campagna di promozione del Governo per il consumo di prodotti Dop e Igp nel mercato italiano; un’azione straordinaria a favore degli indigenti attraverso il ritiro straordinario prodotti ad Indicazione Geografica eccedenti; l’ammasso privato di questi prodotti per conservare il valore delle produzioni Made in Italy di qualità ed evitarne la svalutazione. Le Indicazioni Geografiche italiane che con 825 prodotti, grazie al lavoro di oltre 180mila operatori hanno portato la #DopEconomy a valere oltre 16,2 miliardi di euro alla produzione, con un peso del 20% del valore agroalimentare nazionale, con un export che supera i 9 miliardi di euro pari al 21% nell’export agroalimentare italiano.
Cesare Baldrighi
presidente OriGIn
I consorzi di tutela hanno un ruolo primario anche in questa fase di ripartenza del Paese, essendo il sistema di riferimento per la filiera produttiva, operano su base collettiva, hanno la conoscenza diretta di tutti gli operatori e delle azioni di mercato. È fondamentale in questa fase prevedere una semplificazione delle procedure amministrative, in coerenza con le attuali limitazioni e sfruttando al meglio le possibilità tecnologiche e di comunicazione agile.
E a proposito di filiere arrivano per la prima volta sconti sul costo del lavoro a chi produce vero Made in Italy alimentare, dai formaggi ai salumi, dalla frutta alla verdura fino ai vini a denominazione di origine. È la misura prevista dalla delibera adottata dall’Enpaia, l’Ente nazionale di previdenza per gli addetti e per gli impiegati in agricoltura, che ha stanziato 10 milioni per ridurre del 50% per il 2020 la contribuzione previdenziale a favore di quelle aziende e dei loro dipendenti i cui prodotti Dop e Igp siano legati, per utilizzo di materie prime e per la loro trasformazione, al territorio italiano.