Coldiretti e le organizzazioni cooperative Fedagri-Confcooperative, Legacoop Agroalimentare e AGCI Agrital concordano con le norme contenute nel decreto sulle liberalizzazioni per la parte che riguarda i rapporti tra mondo della produzione agricola e Grande Distribuzione Organizzata. «Dopo decenni si interviene per riequilibrare il potere contrattuale lungo la filiera agroalimentare tra distribuzione e produttori» scrivono congiuntamente le organizzazioni ricordando che lo stesso Parlamento Europeo ha richiamato l’attenzione ad un maggiore equilibrio lungo la filiera.
La nuova disciplina sulle relazioni commerciali per la vendita dei prodotti agricoli, contenuta nell’art. 62 del Decreto sulle liberalizzazioni, aumenterà la trasparenza non solo nei rapporti contrattuali tra produzione e distribuzione, ma anche tra tutti i passaggi e gli attori della filiera, con un indubbio vantaggio per lo stesso consumatore finale. L’intervento legislativo, fortemente voluto dal Ministro delle Politiche Agricole Mario Catania, fissa a 30 giorni i termini di pagamento per i prodotti alimentari deteriorabili (60 per le altre merci), introduce la forma scritta obbligatoria per tutti i contratti di fornitura, prevede quali comportamenti sono espressamente vietati nelle relazioni commerciali e istituisce infine uno specifico regime sanzionatorio.
Federalimentare, Coop e Conad non sono d’accordo: «Siamo stupiti. Pur ritenendo illegittima la norma, non abbiamo obiettato all’obbligatorietà del contratto scritto e dei termini di pagamento. Ma l’art.62 favorisce i grandi gruppi». Critiche a Catania anche dalla Confcommercio: «Un intervento ‘a gamba tesa’ sul terreno del libero svolgimento delle relazioni economiche che sa di antiquato dirigismo e non ha davvero nulla di logica liberalizzatrice».
«Non rinuncio al confronto – ha replicato Catania – ma non vedo come si posano osteggiare con tanta veemenza principi elementari e sacrosanti: quando andiamo a fare la spesa dobbiamo tutti pagare subito!»