L’export agroalimentare veneto è arrivato nel 2016 a sfiorare la quota dei 6 miliardi di euro: un record che quest’anno sarà certamente battuto. I dati certi fin qui riguardano solo il primo trimestre 2017, ma indicano un trend inequivocabile: un aumento del +10,4%.
I dati sono analizzati nella ricerca “We Food 2017”. Come spiega il professor Andrea Beretta Zanoni, consulente Adacta e docente di Strategia Aziendale all’Università di Verona: «Abbiamo identificato quattro elementi trainanti per la crescita del settore alimentare: salutismo, ricerca della qualità, valore identitario e religioso, riduzione del tempo disponibile per consumare i pasti». Dall’analisi emergono dei risultati per certi versi inattesi: «L’alimentazione – commenta Beretta Zanoni – è sempre più una modalità per veicolare se stessi, la propria personalità, il proprio status sociale: la cucina si trasforma così in fenomeno di massa, in cui il consumatore vuole vivere un’esperienza coerente con la propria personalità, le proprie passioni e curiosità».
Cambiano i costumi e sempre più spazio hanno i cibi dettati da principi etici o religiosi
Dai numeri emerge che nel primo semestre 2017, i prodotti panificati senza glutine sono cresciuti del +26%; che tra il 2010 e il 2016, i prodotti etnici, inclusi gli alimenti che seguono particolari precetti religiosi come i cibi Halal e Kosher, sono cresciuti del +88%; che quelli di alta gamma hanno un trend di crescita del +29,8%.
Contemporaneamente emerge che il tempo disponibile è diventato uno dei principali elementi che determinano le scelte alimentari degli italiani: il mercato e-commerce food & grocery in Italia è cresciuto del +37% rispetto al 2016, con un valore assoluto di 812 milioni di euro, mentre la spesa media per famiglia per i pasti fuori casa è passata da 99,7 euro al mese a 113,9 in soli due anni. A questo si aggiunge un crescente interesse degli italiani per il cibo e la cucina: Adacta rivela che 1 italiano su 4 posta su internet immagini delle proprie esperienze al ristorante, mentre il 52% dei giovani tra 18 e 25 anni indica la cucina tra i propri interessi principali.