Negli Stati Uniti si registra il record mondiale dei consumi di pizza con una media di 13 chili per persona, gli italiani sono al secondo posto con una media di 7,6 chili a testa, ed il business della pizza vale 40 miliardi di dollari con il 93% degli americani che la consuma almeno una volta al mese. Proprio per questo è un segnale importante che il prestigioso Wall Street Journal abbia deciso di mettere nella prima pagina del sito la storia di un pizzaiolo statunitense che per la prima volta ha deciso di produrre in Usa nel rispetto del disciplinare della vera pizza verace napoletana (VPN). Per ottenere la certificazione del suo locale il quarantenne Justin Piazza, nato negli Usa, ha dovuto realizzare un forno a legna adeguato, seguire corsi di preparazione per sei mesi e usare specifici ingredienti: il risultato è un prodotto eccellente non riscontrabile in altri locali degli Stati Uniti.
In realtà, quasi nulla arriva all’economia italiana da questa ‘passione’ Usa perché si usano quasi sempre ingredienti realizzati negli Stati Uniti: mozzarella prodotta soprattutto nel Wisconsin, in California e nello stato di New York; conserva di pomodoro ottenuta in California, dove si stanno diffondendo anche le coltivazioni di ulivi.
La pizza made in Usa: necessario l’accordo commerciale TTIP
La perdita del legame della pizza con l’identità tricolore è un rischio che – denuncia la Coldiretti – corrono moltissimi prodotti Made in Italy per l’esponenziale diffusione sui mercati statunitense e mondiale di alimenti che richiamano nel nome e nell’immagine all’italianità senza avere alcun legame con la realtà produttiva nazionale. In questo contesto l’arrivo della vera pizza tricolore in Usa si inserisce nel pieno della trattativa sull’accordo di libero scambio tra Unione europea e Stati Uniti, Tansatlantic Trade and Investment Partnership (Ttip), che ha avuto una anticipazione nell’analogo negoziato condotto il Canada e che si occupa anche della tutela delle denominazioni degli alimenti e bevande e della proprietà intellettuale.
La pizza – conclude la Coldiretti – è nata in Italia con le prime attestazioni scritte che risalgono al 997 e con l’arrivo degli immigrati italiani nel tardo XIX secolo fece la sua prima apparizione negli Usa dove si è rapidamente affermata, anche con curiosi adattamenti locali nella preparazione, negli ingredienti e nelle occasioni e modalità di consumo, che hanno purtroppo fatto dimenticare a molti la reale origine.