Trend dell’agroalimentare e nuove tecniche produttive per la sostenibilità e la qualità della filiera cerealicola sono stati i punti chiave dell’Assemblea nazionale dell’Anacer, Associazione nazionale cerealisti, svoltasi a Ravenna. Gli associati ad Anacer importano mediamente all’anno 20 milioni di tonnellate fra grano, mais, soia e altre materie prime di derivazione cerealicola, per un controvalore di 9 miliardi di euro.
«Vogliamo capire l’evoluzione del mercato e le nuove tendenze commerciali sempre più imperniate su sostenibilità e qualità – ha esordito durante l’assemblea il presidente di Anacer, Carlo Licciardi – Con particolare riferimento a Ogm e glifosato, esistono parametri entro i quali sono consentiti, ed è positivo che la ricerca stia facendo passi in avanti nella sperimentazione di prodotti alternativi e più sostenibili nella lotta alle erbe infestanti. Dobbiamo essere in grado di mettere a disposizione più informazioni scientifiche possibili ed essere il più trasparenti possibili su ciò che viene importato, verificando la salubrità dei prodotti. In Italia i controlli sanitari vengono fatti seriamente e noi abbiamo sempre collaborato. In questo modo il consumatore sarà aiutato a superare le diffidenze sui cereali importati».
Dobbiamo importare sempre più cereali dall’estero per sostenere l’industria della pasta Made in Italy
Roberto Milletti di Ismea ha illustrato i dati relativi all’import di cereali nel quinquennio 2012-2017. «In questo arco temporale il peso del prodotto nazionale è sceso del -30% nel mais, del -21% nel frumento tenero, del -11% nell’orzo e del -4% nel frumento duro. Nel 2018 l’import di frumento tenero e duro e di mais si è aggirato intorno ai 2,5 miliardi di euro».
«Se vogliamo continuare a esportare il Made in Italy agroalimentare dobbiamo importare sempre più materia prima – precisa Ivano Vacondio, presidente di Federalimentare – Con i consumi interni in calo, l’export, e soprattutto quello agroalimentare, è decisivo per l’industria. All’estero godiamo di una grande considerazione e il Made in Italy trionfa. Il prodotto leader all’estero è la nostra pasta e in Italia prevalgono solo polemiche e disinformazione».