Bologna ha ospitato VIII Conferenza economica della Confederazione degli agricoltori, Cia, una tre giorni che ha affrontato tutti i temi legati alla sostenibilità agricola, al reddito, all’occupazione e all’export dell’intero comparto. «Serve – ha detto Cinzia Pagni, vicepresidente della Cia – una filiera agroalimentare che sia sempre più forte, in grado di garantire redditività agli agricoltori. E servono, per centrare gli obiettivi, aggregazioni e un rapporto proficuo con gli altri componenti della filiera, a partire dalla Grande distribuzione organizzata, che è una forza del nostro paese».
«La pressione sui redditi agricoli – ha spiegato Denis Pantini, responsabile area Agroalimentare di Nomisma – è conseguente alla polverizzazione delle imprese e a scenari destabilizzanti di mercato. Percorsi per migliorare la filiera attengono a strumenti di aggregazione del prodotto e a nuovi strumenti come quelli per la gestione del rischio, che sarebbero importantissimi per ridurre volatilità dei prezzi».
Indispensabile per crescere sarà il dialogo con la grande distribuzione
Tra quelle che oggi devono essere considerate debolezze del comparto, c’è la disgregazione della filiera: «Non sempre piccolo è bello – ha ammonito Donatella Prampolini, vicepresidente di Confcommercio – bisogna imparare a fare sistema, ma se si parla sempre di vendita diretta non si creano patti di filiera». «Uno dei problemi italiani – ha dichiarato Marco Pedroni, presidente di Coop Italia – è che ci manca una Gdo forte, come quella francese e tedesca. Mitterand diceva che la Gdo è una portaerei per portare il cibo nel mondo, noi italiani, invece, pensiamo che sia un problema».
«Dobbiamo fare educazione alimentare – ha detto Cesare Ponti, vicepresidente di Federalimentare – e spiegare le linee guida dell’alimentazione nelle scuole. E dobbiamo portare nel mondo la nostra tradizione alimentare».