Tra molte ombre brillano anche significative luci e, soprattutto, l’occupazione di tanti giovani
Secondo il report preliminare 2020 di Veneto Agricoltura, la bilancia commerciale dell’agroalimentare regionale verso l’estero si chiuderà in positivo: se l’export è calato del -1,7% a 5,1 miliardi,infatti, ben più consistente è stata la flessione delle importazioni che sono scese del -3,7%.
È il segnale di un ‘sistema agricoltura’ che si è dimostrato in grado di reggere anche all’impatto della pandemia e che, anzi, ha saputo, anche in questa crisi, essere un asse fondamentale per l’economia veneta. L’agricoltura ha visto aumentare i suoi occupati di oltre 74mila unità grazie all’arrivo di tanti giovani e mantiene il numero delle imprese attive in regione oltre le 61mila.
Guardando ai singoli settori, è positivo il bilancio per il vitivinicolo: per quanto siano calate le esportazioni di vino del -3,6%, il dato confortante viene dalla produzione di uva, che si aggira sui 14,1 milioni di quintali (+ 6,9% sul 2019), e da quella di vino a 11,7 milioni di ettolitri (+ 7%). Aumentata anche la superficie vitata a quota 92.804 ettari, dei quali il 77,1% riguarda aree Doc/Docg.
In difficoltà è invece il lattiero caseario che vede crescere la produzione veneta di latte, ma di converso ‘paga’ un prezzo alla stalla che è crollato del -6% mettendo in difficoltà i produttori che faticano a coprire i costi di produzione.
Rese record, per il buon andamento dell’annata meteorologica, sono state registrate nel comparto dei cereali e del tabacco. Più articolate le valutazioni per l’ortofrutta condizionate, soprattutto in primavera, dai problemi legati al lockdown internazionale che hanno ridotto la possibilità di accedere all’usuale manodopera est europea. Ne hanno sofferto in particolare il radicchio e la lattuga come le fragole, le pesche e i kiwi. Per il resto, orti e frutteti registrano dati tutti al positivo. Le ombre riguardano l’allevamento, specie dei suini, e la pesca. Ma i colpi più duri sono quelli incassati dalle attività florovivaistiche (-30%) e dall’agriturismo (-50% ed oltre).