Il Made in Italy agroalimentare è una grande risorsa per il paese: 61 miliardi di euro di valore aggiunto, 1,4 milioni di occupati, oltre un milione di imprese e 41 miliardi di euro di esportazioni. Sono i numeri che emergono dal rapporto sulla competitività dell’agroalimentare italiano presentato da Ismea alla presenza del Ministro delle politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo, Gian Marco Centinaio.
«L’agroalimentare esce dal decennio di crisi con un ruolo più forte nell’economia italiana – ha sottolineato il direttore generale di Ismea, Raffaele Borriello – dimostrando una grande tenuta economica e sociale nel corso della crisi e una buona capacità di agganciare la ripresa. I segnali positivi sono stati numerosi: crescita della produttività del lavoro, ripresa degli investimenti, capacità di declinare la multifunzionalità e la qualità, con primati sul fronte dell’agricoltura biologica e delle indicazioni geografiche Dop e Igp; ottimo andamento delle esportazioni, specie di quelle tipiche del made in Italy, quali vino e prodotti trasformati ad alto valore aggiunto».
Per il Ministro Centinaio c’è ancora tanto lavoro da fare per valorizzare la filiera produttiva
«Il rapporto di Ismea non è solo la fotografia dello stato di salute del settore nel nostro Paese – ha affermato il Ministro Centinaio – ma uno strumento concreto di analisi per guardare oltre, avere una visione d’insieme e pianificare il rafforzamento e il rilancio del comparto».
«I numeri parlano chiaro – aggiunge il Ministro – abbiamo un potenziale enorme in termini di valore della produzione, denominazioni registrate, crescita del bio. La nostra agricoltura è la più multifunzionale d’Europa. Allora rendiamo più competitive le imprese agrituristiche, potenziamo l’export, garantiamo una filiera sicura ed equilibrata per offrire anche nuovi posti di lavoro ai più giovani, tuteliamo il reddito delle nostre imprese. I dati di Ismea ci dicono questo. Che c’è tanto da fare e che dobbiamo lavorare insieme».