Il comparto artigiano dell’alimentazione in provincia di Venezia è stato ‘fotografato’ nell’indagine realizzata da Strategy Innovation, spin-off dell’Università Ca’ Foscari Venezia, per Confartigianato, Cna e Casartigiani provinciali, con la collaborazione di Ente Bilaterale Artigianato Veneto e Camera di Commercio. Ne esce l’immagine di un comparto che ha retto alla crisi economica puntando su due elementi fondamentali: lo stretto rapporto con il cliente della propria realtà locale e l’agilità nell’adattare il proprio prodotto alla domanda.
Il campione preso in esame dall’indagine ha interessato 153 imprese: solo il 17% ha più di cinque dipendenti e ben il 14% vive del lavoro del solo titolare. Per fatturato, il 26% è inferiore ai 100mila euro e per il 21% supera i 300mila: il 70% delle aziende dichiara un fatturato stabile o in aumento.
Il software questo sconosciuto (per panifici e pizzerie)
Proprio la natura locale dell’attività e il rapporto diretto con il cliente fa sì che l’incasso del credito commerciale non risulti problematico per tre aziende su quattro e questo elemento influisce sulla situazione finanziaria, che è giudicata sufficiente o buona dal 90% del campione, e sull’accesso credito, che viene giudicato critico solo dal 10%.
Le sorprese vengono dalla valutazione delle prospettive tecnologiche all’interno delle aziende: il 74% non utilizza software e addirittura l’81% non si avvale nemmeno di un software gestionale; il 43% non utilizza ancora il web ed il 33% lo fa, ma in modo limitato; anche l’innovazione dei macchinari sembra godere di poca attenzione visto che il 59% delle aziende giudica il proprio parco macchine già oggi buono.
Positiva è la valutazione che i titolari fanno delle competenze del proprio personale: con la conseguenza che solo nel 21% dei casi esaminati il dipendenti frequentano corsi formativi, mentre i titolari accedono alla formazione per il 48% dei casi.