La Commissione Ue completerà la sua “relazione sulle etichette” OGM free dei prodotti derivati come carne, latte e formaggi entro fine anno: lo ha annunciato, durante la IX Conferenza delle regioni OGM free in corso a Erfurt nel land tedesco della Turingia, Ladislav Nico della Direzione Generale salute e protezione dei consumatori. «Stiamo monitorando la situazione in Europa, sappiamo che nella gran parte dei paesi c’è la possibilità di scelta, ci sono delle etichette per questi prodotti, ma non esiste una legislazione vincolante – ha affermato Nico – Entro fine anno, la relazione sarà pronta e ci permetterà di scegliere il miglior approccio possibile».
I risultati dello studio serviranno per armonizzare le attuali etichette diffuse in Europa: lo studio di Bruxelles infatti si è concentrato sulle etichette già presenti, frutto di legislazioni regionali e nazionali o di iniziative dei settori produttivi, ed anche di quei paesi, come l’Olanda, che vietano espressamente le etichette per i prodotti derivati. L’armonizzazione delle regole sulle etichette, comprendenti anche i prodotti alimentari derivati è una delle principali richieste avanzate dalla rete delle regioni OGM-free in questa Conferenza intitolata, appunto, “Etichette OGM free, cosa c’è sotto?”
Latte e aranciate: l’Italia aumenta il succo
Frattanto, nel nostro Paese, il capogruppo Pd della commissione Agricoltura della Camera dei deputati, Nicodemo Oliverio, si è espresso in toni entusiastici sulla proposta del ministro Balduzzi di innalzamento al 20 per cento della concentrazione minima di succo nelle bibite a base di frutta. «È un grande risultato – ha detto Oliverio – da difendere ad ogni costo, fuori e dentro il parlamento. Il provvedimento, che recepisce una proposta del Partito democratico, rappresenta un passo fondamentale nella direzione di una nuova e responsabile normativa che metta al centro la salute dei cittadini e la tutela del lavoro nel settore agrumicolo nazionale. Per capire la portata sociale ed economica di questa misura – aggiunge il deputato Pd – basti pensare che l’aumento della percentuale corrisponde all’utilizzo di circa 200 milioni di chili in più di arance all’anno. Ora occorre continuare a camminare su questo sentiero, lavorando al miglioramento della disciplina sull’etichettatura e garantendo la tracciabilità della provenienza della frutta. Va poi assicurata una reale e veloce applicazione della nuova normativa, da sempre bersaglio delle grandi lobby internazionali delle bibite gassate» conclude Oliverio.