Le esportazioni del Made in Italy agroalimentare negli Usa hanno raggiunto nel 2017 un record assoluto grazie ad un aumento del +9,8% rispetto all’anno precedente: è quanto emerge da una analisi di Coldiretti. Ma le preoccupazioni sono molte dopo la proroga di soli 30 giorni per l’entrata in vigore dei nuovi dazi, dapprima su acciaio e alluminio, ma in prospettiva anche su tutti gli altri prodotti europei venduti oltreoceano, annunciata dal presidente degli Usa Donald Trump.
Ai dazi Usa, l’Europa certamente reagirebbe facendo immediatamente scattare pesanti ritorsioni e già si parla di una black list di prodotti statunitensi da colpire, quali manufatti in ferro, acciaio e ghisa, barche a vela e a motore e prodotti dell’agroalimentare, dal mais al riso, dal bourbon al succo di arancia fino al burro di arachidi e molto altro. «Il risultato – sottolinea il presidente di Coldiretti, Roberto Moncalvo – sarebbe una guerra commerciale dagli scenari inediti e preoccupanti che rischia di determinare un pericoloso effetto valanga sull’economia e sulle relazioni tra Paesi alleati».
C’è bisogno di pensare a regole comuni tra le due rive dell’Atlantico per la tutela dei consumatori
Coldiretti propone un prospettiva nella quale “cogliere questa l’occasione per ripensare a norme che tengano conto del rispetto di regole comuni sul piano ambientale, della tutela sociale dei lavoratori e della sicurezza dei cittadini”.
Gli Stati Uniti sono di gran lunga il principale mercato di riferimento per il Made in Italy fuori dall’Unione Europea con un impatto rilevante anche per l’agroalimentare considerato che le esportazioni di cibo e bevande sono arrivate a circa 4 miliardi di euro, il massimo di sempre. “Gli Usa – conclude Coldiretti – si collocano al terzo posto tra i principali italian food buyer dopo Germania e Francia, ma prima della Gran Bretagna. Il vino risulta essere il prodotto più gettonato dagli statunitensi, davanti a olio, formaggi e pasta”.