Individuare una soluzione affinché le aziende lattiero casearie non si trovino costantemente nella situazione di avere un saldo IVA a credito nei confronti dello Stato, cercando il modo di costringere l’erario a tempi di rimborso compatibili con l’attuale crisi di liquidità che espone eccessivamente le imprese: lo chiedono le Regioni al Ministro alle politiche agricole e forestali, il quale ha garantito che valuterà la situazione insieme al collega Ministro dello Sviluppo Economico.
«Dobbiamo porre rimedio a questo grave problema che affligge numerose imprese – spiega l’assessore all’agricoltura della Regione del Veneto, Franco Manzato – che accumulano credito di anno in anno, senza riuscire a risarcire le somme dall’erario. L’IVA, come è noto, non è né un costo né un ricavo, bensì una gestione per conto dello Stato. Ma quando è lo Stato stesso ad obbligare le aziende ad acquistare le materie necessarie per la produzione con maggiorazione IVA del 10-20 per cento e a vendere il prodotto con aliquota al 4 per cento, ecco che scatta l’allarme: il produttore si troverà sempre ad essere creditore di una somma abbondantemente superiore al debito nei conti del fisco».
«In Veneto – conclude l’assessore Manzato – parliamo di un settore che va agevolato in quanto produce volumi di 11 milioni di quintali all’anno, pari al 10% della produzione di latte vaccino a livello nazionale, per un importo di 430 milioni di euro, con una produzione lorda vendibile del 10% sul totale veneto del settore agroalimentare. La nostra regione è terza per produzione in Italia, dopo Lombardia ed Emilia Romagna e si distingue per l’alta qualità dei suoi prodotti a marchio Dop, come il Grana Padano, l’Asiago, il Montasio e il Piave».