Benessere animale ed etichette uniche europee: la posizione italiana resta in minoranza nella Ue
Il Consiglio Agricoltura dell’Unione Europea, a conclusione del semestre di presidenza UE della Germania, si è risolto in un ‘Italia contro tutti’: messa ai voti la proposta di varare da subito l’etichetta nutrizionale per i prodotti alimentari secondo il modello francese NutriScore solo Italia, con Grecia e Repubblica Ceca, hanno votato contro.
Gli altri ventiquattro Paesi europei, che hanno votato favorevolmente, dovranno quindi attendere le ulteriori discussioni programmate nel 2021 per decidere sulla definitiva adozione di un’unica etichetta valida per tutti i mercati continentali.
La ministra Teresa Bellanova ha incassato la soddisfazione delle organizzazioni agricole nazionali. «Non possiamo accettare un sistema europeo di etichettatura alimentare che identifica come pericolosi per i consumatori i prodotti che sono alla base della dieta mediterranea» ha affermato il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti. Per Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, l’etichetta a colori come è proposta oggi rischia di «bocciare ingiustamente quasi l’85% in valore del Made in Italy a denominazione di origine (Dop/Igp) che la stessa UE dovrebbe invece tutelare e valorizzare».
Il compito di illustrare alla stampa le conclusioni del Consiglio dei ministri agricoli è andato a Julia Klöckner, Ministra tedesca per l’Agricoltura, che ha sottolineato in particolare due capitoli: quello relativo al benessere animale e quello circa la definizione di un sistema univoco per l’etichettatura degli alimenti. Le due cose, ha ricordato la ministra Klöckner, sono strettamente legate, perché l’impegno degli allevatori nel favorire un più elevato benessere degli animali deve trovare nel consumatore la disponibilità a sostenerne i maggiori costi.
Ma al contempo è necessario dare allo stesso consumatore adeguate garanzie sulle condizioni di allevamento. Un compito che può essere svolto da un adeguato sistema di etichettatura degli alimenti. In tema di etichette, in particolare per quanto riguarda l’origine delle materie prime, esiste una forte difformità nelle tipologie adottate dai diversi paesi membri con l’Italia che vorrebbe estendere a tutti gli alimenti l’obbligo che l’Europa prevede per la carne e il latte.