Si chiama “Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare”: è la nuova Fondazione voluta e costituita da Coldiretti per diffondere la conoscenza e la consapevolezza del patrimonio agroalimentare italiano, con l’obiettivo di creare un sistema coordinato e capillare di controlli idonei a smascherare i comportamenti che si pongono in contrasto con la legalità. Giancarlo Caselli guida il comitato scientifico della Fondazione, mentre il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo, ne è il presidente e al presidente dell’Eurispes, Gian Maria Fara, è stata affidata la vicepresidenza.
La presentazione è avvenuta con la partecipazione dei ministri della Giustizia, Andrea Orlando, e delle Politiche agricole, Maurizio Martina, in occasione della ‘Giornata della memoria delle vittime innocenti delle mafie’, promossa dalla Fondazione Libera ogni 21 marzo.
«Di fronte al luogo comune diffuso all’estero che porta gli stranieri ad assimilare l’Italia alla mafia oltre alla pizza o alla pasta – ha affermato il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo – con la Fondazione ci vogliamo fare carico dell’indignazione del 65% degli italiani che non sopporta che la criminalità organizzata danneggi l’immagine del nostro paese e che si sente offeso perché ritiene che la gran arte dei cittadini non ha niente a che fare con i criminali. C’è tuttavia una minoranza del 12% che è rassegnata e lo considera normale, visto che l’abbiamo esportata in tutto il mondo, e un 19% che pensa addirittura che faccia parte dell’immaginario collettivo anche grazie film come ‘Il Padrino’, ‘La Piovra’ e altri».
Lotta all’agropirateria: la penetrazione delle mafie all’estero
I tentacoli della criminalità organizzata italiana sono usciti dalla realtà locale e nazionale per infiltrarsi nell’economia e nella società di numerosi Paesi europei, secondo il recente rapporto Transcrime. I settori dell’agricoltura e della pesca sono nel mirino di Cosa Nostra e della Camorra in Spagna dove non manca l’interesse della stessa Camorra e quello della ‘ndrangheta nel comparto della ristorazione. Tra i centri maggiormente toccati, riferisce la Coldiretti, ci sono la capitale Madrid, Vigo e l’Andalusia. Nel Regno Unito, la Camorra ha puntato sui bar e sui ristoranti e la scozzese Aberdeen è considerata un polo particolarmente sensibile. In Germania la ‘ndrangheta guarda con crescente interesse alle strutture legate alla gastronomia, con preferenza per le città di Geldern, Oberhausen e Duisburg. La criminalità organizzata, infine, non dimentica l’Est europeo. Anche per la vicinanza geografica, l’Albania rappresenta un buon mercato per la Sacra Corona Unita per quanto riguarda bar e ristoranti, mentre opera con illeciti profitti la Camorra in Romania in attività legate all’agricoltura e alla pesca soprattutto nella zona di Vaslui ai confini con la Moldova e in prossimità del Mar Nero.
«La criminalità organizzata – ha affermato il presidente della Coldiretti – si combatte con la trasparenza soprattutto in un settore come quello agroalimentare dove è particolarmente rilevante il flusso commerciale, con circa un terzo (33%) della produzione complessiva dei prodotti agroalimentari venduti in Italia ed esportati con il marchio Made in Italy che contiene materie prime straniere all’insaputa dei consumatori e a danno delle aziende agricole. In un momento difficile per l’economia dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza e dare completa attuazione alle leggi nazionale e comunitaria che prevedono l’obbligo di indicare in etichetta l’origine degli alimenti».