Definizione del peso morto di riferimento delle carcasse dei suini e miglioramento dell’applicazione del sistema di classificazione delle stesse: questi i due punti di fondamentale importanza del protocollo d’intesa firmato dai rappresentanti della filiera suinicola di Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Friuli e Veneto. La sottoscrizione è avvenuta nel Centro congressi della Borsa merci di Mantova, alla presenza degli assessori all’agricoltura del Veneto, Franco Manzato, della Lombardia, Gianni Fava, del Piemonte, Claudio Sacchetto, dell’Emilia-Romagna, Tiberio Rabboni e del Friuli Venezia Giulia, Sergio Bolzonello.
La spinta è data dalle normative comunitarie, che impongono agli impianti di macellazione l’obbligo di determinare il peso delle carcasse suine e le condizioni di presentazione della carcassa al momento della commercializzazione (riferito alla percentuale di carne magra che essa deve contenere). Esiste infatti una specifica normativa che investe tutte le produzioni destinate a diventare Dop o Igp. Per entrare nell’elenco dei prodotti di salumeria del circuito tutelato, le carcasse devono essere classificate. In questo modo, si persegue l’obiettivo di ridurre uno dei principali difetti delle cosce avviate alla trasformazione dei prosciutti Dop, ossia quello di una scarsa, e in taluni casi assente, copertura di grasso (un aspetto che invece risulta fondamentale per ottenere un prodotto di qualità).
Macellazione dei suini: adeguarsi alle norme europee
Al termine dell’incontro, l’assessore veneto, Franco Manzato, ha espresso la propria soddisfazione sottolineando che: «La conseguenza di questo traguardo si traduce in una maggiore uniformità della carne, che porta a una sempre migliore selezione, oltre ad agevolare gli allevatori nell’ottenere una migliore remunerazione economica ed una semplificazione dei processi commerciali. In questo processo, che coinvolge in prima persona gli allevatori, assumono un ruolo importante anche i macelli, i laboratori di sezionamento, i prosciuttifici e i salumifici».
«Le Regioni del Nord – ha proseguito l’assessore Manzato – si sono pertanto accordate al fine di risolvere questi problemi specifici che conducono la suinicoltura italiana ad essere in ritardo con alcune procedure rispetto all’Unione Europea. L’obiettivo ultimo di questa azione è quello di proporre, in un secondo momento, l’adozione del protocollo anche al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, ipotizzandone la condivisione a livello nazionale».
I firmatari si impegnano inoltre a sviluppare un percorso basato sulla costituzione di una cabina di regia, sulla messa a punto delle necessarie richieste alla Commissione per ottenere nuovi strumenti di classificazione, sulla verifica dei risultati del controllo e della vigilanza, e sulla diffusione dei dati raccolti.