Il rischio di modificare le grafiche delle etichette, con relativi costi e perdite di tempo, di ben 296 prodotti DOP e IGP che interessano oltre 83mila aziende a cui si aggiungono altre 70mila nel settore biologico è stato fortunatamente scongiurato. L’intoppo burocratico è sorto a seguito dell’accorpamento del settore “turismo” all’interno del Ministero delle politiche agricole con la decisione degli apparati ministeriali di comunicare, ad inizio agosto, la necessità di modificare la dicitura nelle etichette dei prodotti agroalimentari da certificato da “Organismo di Controllo autorizzato dal Mipaaf” a certificato da “Organismo di Controllo autorizzato dal Mipaaft”.
«Ferma restando la possibilità di poter esaurire le scorte delle vecchie etichette – dichiara Giuseppe L’Abbate, esponente M5S in Commissione Agricoltura alla Camera – questa decisione ha suscitato preoccupazione nelle migliaia di aziende, imprese di trasformazione e distribuzione delle eccellenze italiane dell’agroalimentare Paradossalmente, anziché vedersi agevolate, queste società sembrano essere incappate nella ennesima superflua complicazione burocratica».
È in arrivo il provvedimento formale che permetterà alle aziende di utilizzare entrambe gli acronimi
Sull’argomento l’onorevole L’Abbate aveva presentato una interrogazione alla quale il Ministro ha risposto nell’aula parlamentare: «Siamo molto soddisfatti della risposta che abbiamo ricevuto con cui il ministero delle Politiche Agricole ha annunciato che concederà l’utilizzo alternativo di entrambe le denominazioni, sia per esteso sia per acronimo. La decisione ministeriale – conclude L’Abbate – di concedere più tempo alle aziende agroalimentari, decidendo di non far gravare i costi della burocrazia sul mondo dell’agricoltura, ci trova completamente favorevoli».