Un accordo di partenariato economico fra l’Ue e il Giappone (Fta), il cui impatto “va bene aldilà delle nostre sponde”: così il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, ha presentato in una conferenza stampa congiunta con l’attuale presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, e il premier nipponico, Shinzo Abe, l’intesa raggiunta nel negoziato in corso dal 2013 per la rimozione delle tariffe commerciali sul 99% dei prodotti scambiati tra Unione europea e Giappone.
Siamo per ora ad una dichiarazione di principio e ci vorranno mesi per ultimare gli accordi sulle questioni più tecniche, ma il quadro complessivo sembra positivamente definito con grande attenzione all’export agroalimentare Ue verso il Paese del Sol Levante. Non solo verranno tutelati 205 prodotti tra Dop e Igp, compresi 130 vini, ma verranno anche attivate in Giappone le procedure di protezione per il ritiro progressivo dal mercato nipponico dei prodotti dell’Italian sounding.
Delle 205 indicazioni geografiche che saranno oggetto di tutela, 40 sono italiane
Saranno eliminati i dazi sul vino europeo e su alcuni alcolici con un risparmio stimato intorno ai 134 milioni di euro all’anno per i viticoltori europei. Un taglio drastico è previsto anche per i dazi imposti alla carne suina, mentre per la carne bovina si prevede un taglio graduale, con una contrazione dal 35% al 9% in 15 anni. Per i formaggi, invece, il tasso doganale pari a zero si applicherà tra 15 anni per i prodotti a pasta dura, mentre per i formaggi freschi il trattamento agevolato sarà valido solamente per una quota da negoziare.
L’Unione europea calcola che con il Free trade agreement con il Giappone le esportazioni cresceranno nell’area agroalimentare del +180%, in cifra assoluta un aumento che andrà oltre i 10 miliardi di euro. «L’annuncio è una notizia positiva per l’agroalimentare europeo e italiano – commenta Giorgio Mercuri, coordinatore di Agrinsieme – Il Giappone è la quarta economia al mondo, un mercato ricco e con consumatori molto esigenti». La vicepresidente di Confindustria con delega all’Europa, Lisa Ferrarini, saluta positivamente l’ok politico: «Il principale ostacolo con il Giappone erano le barriere tecniche, per l’eliminazione delle quali il Governo giapponese ha assunto impegni concreti».