Stando ai dati diffusi dal Sistema Informativo Excelsior di Unioncamere e dal Ministero del Lavoro, si stima che nel 2014 le assunzioni previste dalle imprese agricole saranno in aumento rispetto al 2013 di 54.000 unità, con gli incrementi numericamente più consistenti che riguarderanno alcuni profili di lavoratori stagionali, come i coglitori di frutti e ortaggi (+43.400) e gli addetti alla raccolta di olive (+19.800). Per quanto riguarda invece le professioni non stagionali, l’incremento maggiore dovrebbe riguardare gli addetti alla manutenzione di aree verdi (800 in più su 1.200 assunzioni previste) e i viticoltori, attesi in crescita di 700 unità sulle 1.000 totali programmate.
Per il Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina: «le previsioni che danno in crescita gli occupati nell’agroalimentare sono un segnale positivo della vitalità del settore, l’unico che continua a crescere e che nel suo complesso vale il 17% del Pil nazionale. Il Governo è impegnato nell’attuazione di un piano strategico nazionale che consenta alle aziende del comparto di continuare a crescere e a creare posti di lavoro. Nel dl competitività abbiamo inserito le misure di “Campolibero” con operazioni importanti come ad esempio la deduzione Irap, lo sgravio di 1/3 della retribuzione lorda per le assunzioni di giovani e tre crediti d’imposta al 40% per investimenti in innovazione, sviluppo, reti d’impresa ed e-commerce».
Occupazione: calano gli extracomunitari, ma per i giovani è sempre dura
Secondo i dati Unioncamere-Ministero del Lavoro, anche il 2014 sarà un anno difficile per i giovani in cerca di occupazione: per le assunzioni di personale under 30 le imprese mettono a disposizione il 27,2% dei posti di lavoro, quota che per il 2013 ammontava invece al 30,4%. E dopo aver toccato un massimo del 21,5% nel 2009, nei quattro anni successivi la quota di assunzioni per le quali le donne sono ritenute più adatte degli uomini è oscillata fra il 18 e il 19%, segnando infine, per il 2014, un brusco abbassamento al 16,8%, ma la contrazione non va però sempre a favore degli uomini, quanto a innalzare la quota di assunzioni per le quali il genere non fa differenza. Il minore ricorso a lavoratori immigrati, infine, era già stato colto nel 2013, quando la quota (massima) delle assunzioni di queste figure (sempre con riferimento a quelle direttamente effettuate dalle imprese) si attestava al 14,7%, la percentuale più bassa dal 2008 in poi, inferiore di oltre 3 punti a quella dell’anno precedente. Questa tendenza al ribasso viene confermata anche per il 2014, quando la loro quota sul totale delle assunzioni scende ancora di oltre un punto, portandosi al 13,5%.