Non bastava il gelo meteorologico dell’inizio primavera: per l’agricoltura italiana la vera gelata è stata quella dei prezzi che, sulla base dei dati Istat e in controtendenza rispetto all’andamento general, ha fatto crollare le quotazioni al consumo dei vegetali freschi, con una diminuzione del -8,9% rispetto allo scorso anno. Così, mentre per il resto l’economia la desiderata inflazione è tornata a farsi sentire, per i campi si può parlare di una tendenza alla deflazione.
Crollano i prezzi pagati agli agricoltori per i pomodori (-63%), i peperoni (-29%), i fagiolini (-25%), le patate (-19%). Per i coltivatori, la colpa è tutta delle distorsioni lungo la filiera e delle importazioni incontrollate dall’estero, anche da Paesi dove le coltivazioni sono realizzate in condizioni di dumping sociale per il basso costo della manodopera.
La produzione di olive potrebbe essere stata messa in crisi anche per l’anno prossimo
Poi però ci sono anche i danni prodotti veramente dalle gelate di fine febbraio – inizio marzo: secondo Unaprol, la più importante associazioni di olivicoltori presenti nel Paese, “dalle approfondite verifiche sui danni provocati dal gelo siberiano è emersa una situazione estremamente grave e decisamente peggiore rispetto a quella prospettata dopo le prime stime”. In sostanza, sarebbero addirittura 25 milioni gli ulivi italiani che rischiano danni gravissimi.
Secondo i dati Unaprol, oggi il complessivo danno economico “supera i 120 milioni di euro, calcolando anche circa 4 milioni di giornate lavorative perse e l’indotto su tutta la filiera, a partire dal settore della trasformazione». E potrebbe aggravarsi visto che i danni potranno rivelarsi anche fra qualche settimana arrivando ad incidere tra il 15% e il 60% della produzione del prossimo anno. Da qui l’appello lanciato dai produttori per ottenere un sostegno attraverso il rifinanziamento del piano olivicolo nazionale con l’obiettivo di salvaguardare il settore e garantire il reddito agli olivicoltori.