Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che, sulla base dei dati Istat sul commercio estero, l’export agroalimentare del Made in Italy ha raggiunto quota 24,5 miliardi di euro nei primi 8 mesi del 2016 con una crescita di oltre 3 punti percentuali rispetto allo scorso anno. Nel solo mese di agosto l’export agroalimentare ha sfiorato i 3 miliardi, il 12% in più rispetto al 2015.
«Un risultato importante – ha dichiarato il Ministro Maurizio Martina – che è frutto del grande lavoro delle nostre imprese. Il Governo è in campo da due anni a loro supporto con il Piano per l’internazionalizzazione del Made in Italy, presentato a Expo Milano e rifinanziato anche per il 2017 con l’obiettivo di favorire la crescita e conquistare nuovi spazi sui mercati internazionali, contrastando l’italian sounding». È da sottolineare che la crescita dell’export agroalimentare è in controtendenza rispetto al totale delle esportazioni italiane che hanno perso il -0,1% nei primi otto mesi dell’anno. Tra prodotti agricoli, cibi e bevande, il Made in Italy oltreconfine ha toccato i 24,5 miliardi di euro ed è aumentato mediamente del 2,5% annuo. Se si dovesse confermare questo trend positivo anche nei prossimi mesi, le esportazioni agroalimentari tricolori arriverebbero a fine anno a sfiorare quota 38 miliardi di euro. Mettendo a segno un nuovo record dopo quello del 2015 (36,8 miliardi).
Unica preoccupazione, la caduta del valore dell’export verso la Cina
Stando all’analisi dell’Ufficio studi della Cia-Agricoltori Italiani, al mercato Ue sono stati destinati oltre due terzi delle vendite (circa 16,2 miliardi di euro pari al +5% sul 2015), con Germania, Francia e Regno Unito a occupare le prime tre posizioni sul podio dei mercati di sbocco. Sul fronte Extra-Ue, oltre 2,4 miliardi di prodotti agroalimentari italiani sono finiti sulle tavole dei consumatori statunitensi. Un campanello di allarme lo ha fatto registrare al contrario Pechino, dove le vendite di cibi e bevande nazionali, seppur a livello assoluto non rivestano una quota significativa sul totale, hanno ceduto nei primi otto mesi dell’anno il 16% del loro valore.
«I numeri positivi sul commercio estero – commenta il presidente nazionale della Cia, Dino Scanavino – sono la dimostrazione degli sforzi che le imprese agricole italiane stanno mettendo in campo per raccogliere la sfida dei mercati internazionali. Per consolidare e accrescere gli ottimi risultati sulle tavole straniere, è necessario accompagnare con strumenti moderni le aziende agricole anche sui mercati emergenti, così come altrettanto importante è la risoluzione diplomatica della crisi russo-ucraina che ha azzerato uno dei mercati più strategici per i nostri prodotti. D’altra parte – conclude Scanavino – più gli agricoltori saranno sostenuti nei processi di internazionalizzazione, più l’export crescerà. Rendendo possibile l’ambizioso traguardo dei 50 miliardi di vendite agroalimentari sui mercati stranieri entro il 2020».