L’Europa ha tutto da guadagnarci per gli accordi commerciali stipulati a livello internazionale .
Il Centro comune di ricerca della Commissione agricoltura dell’Ue ha pubblicato un rapporto sull’impatto cumulativo dei dodici accordi commerciali stipulati o in via di definizione con le diverse aree del mondo. In particolare si tratta di quelli già entrati in vigore con Canada, Giappone e Vietnam; quelli i cui negoziati sono conclusi con sottoscritti con il Messico e Mercosur; quelli ancora in fase di negoziazione con Cile, Australia, Nuova Zelanda, Indonesia, Malaysia, Filippine e Thailandia.
Lo studio ha valutato gli effetti cumulativi degli accordi giungendo alla conclusione che entro il 2030 è realisticamente preventivabile una crescita dell’export di settore fino al +29% in più rispetto a oggi, per un maggior valore di 5,5 miliardi di euro (l’export agroalimentare dell’Ue nel 2019 ha sfiorato il 152 miliardi di euro) mentre le importazioni potrebbero crescere solo tra il 10 e il 13%, per un valore tra 3,7 e 4,7 miliardi. “L’aumento delle esportazioni – ha commentato il vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis – è ancora più importante, dato che il mercato interno dell’UE fa prevedere una crescita limitata nel prossimo decennio».
Il commercio internazionale del settore agroalimentare anche nel periodo gennaio-agosto 2020, sottolinea la Commissione Ue, ha fatto registrare dati positivi con il più alto surplus agroalimentare di sempre, pari a quasi 50 miliardi di euro.
Ma il rapporto ha evidenziato anche che gli scambi commerciali con gli Stati Uniti hanno registrato una contrazione di circa 1,2 miliardi di euro rispetto agli stessi dieci mesi del 2019. Gli USA sono un partner di rilievo per l’Ue anche dal punto di vista commerciale e, ora che Joe Biden si è insediato alla Casa Bianca, Bruxelles auspica un nuovo corso per le relazioni commerciali tra Ue e USA. «Vogliamo un approccio cooperativo anche da parte degli Stati Uniti» ha detto Dombrovskis auspicando una sospensione una tregua commerciale.