Maxi sequestro da parte delle autorità britanniche di prodotti che riportavano il marchio contraffatto del Prosciutto San Daniele. Una notizia doppiamente positiva ha immediatamente commentato la Cia-Confederazione italiana agricoltori: da un lato perchè si blocca l’ennesimo tentativo di imitare uno dei nostri prodotti d’eccellenza, dall’altro perchè si dimostra l’efficacia dei nuovi strumenti a tutela delle certificazioni introdotti dall’Ue con il “Pacchetto qualità”, in particolare la clausola ‘ex officio’.
Con un’azione radicale di contrasto al falso “Made in Italy”, l’export agroalimentare, che oggi vale quasi 34 miliardi di euro, potrebbe addirittura triplicare, sottolinea la Cia. Il settore non solo è uno dei più colpiti dalla contraffazione, con un giro d’affari del ‘tarocco’ vicino al miliardo, ma subisce anche la concorrenza sleale dell’italian sounding che sui mercati globali genera un business illegale di ben 60 miliardi di euro all’anno.
Per i produttori e per l’intera filiera agroalimentare, che tutti i giorni lavorano sull’eccellenza, si tratta di un danno economico e d’immagine inaccettabile – evidenzia la Cia – tanto più che a finire nel mirino dei falsi sono molto spesso proprio i prodotti di qualità regolamentata, le Dop e le Igp, il biologico: cioè quelli che dovrebbero offrire un’assoluta garanzia di sicurezza alimentare, criterio al primo posto nelle scelte di consumo per otto italiani su dieci.
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