E’ stato un team internazionale di oltre 70 ricercatori che ha sequenziato il genoma delle fragole
selvatiche e ad identificare per la precisione 34.809 geni sui sette cromosomi del frutto di bosco.
Il gruppo internazionale ha rotto il genoma in milioni di segmenti brevi che sono stati sequenziati
individualmente e poi ri-assemblati. La ricerca, pubblicata il 26 dicembre nella rivista Nature
Genetics, è stata condotta da un consorzio di ricercatori che hanno lavorato contemporaneamente
nei cinque continenti ed ha interessato le fragoline di bosco della varietà Fragaria vesca.
I ricercatori si augurano che avere accesso al genoma delle fragoline di bosco possa consentire
ai coltivatori di produrre varietà che necessitano di un trattamento antiparassitario ridotto
pur mantenendo le attuali caratteristiche nutrizionali di sapore e di aspetto richieste dal
mercato. “L’esito di questa ricerca porterà al miglioramento delle colture, in particolare delle
fragole commerciali”, ha detto il biologo molecolare delle piante Mockler Todd, uno dei principali
ricercatori. “E potrebbe portare ad un frutto che resiste ai parassiti, con un profumo più invitante,
che sopporta il calore e richiede meno fertilizzanti. Ed in futuro la fragola potrà avere una vita
utile più lunga, un sapore ed anche un aspetto migliori”. Gli scienziati hanno scelto questa varietà
anche perché è comunemente usata nelle ricerche, è facile da coltivare, cresce rapidamente e ha un
genoma di piccole dimensioni. Inoltre, condivide un numero consistente di geni con le varietà di
fragole ma anche di mele, pesche, ciliegie e prugne commercialmente coltivate.