L’agricoltura è “l’unico settore produttivo in cui cresce il numero degli occupati”: lo sottolinea Mario Guidi, presidente di Confagricoltura in occasione della presentazione dei dati ufficiali ISTAT sull’occupazione in agricoltura. Ed aggiunge Guidi: “i dati Istat confermano che l’agricoltura ha grandi potenzialità economiche ed occupazionali, anche se le difficoltà con cui devono confrontarsi le imprese del settore restano tante e gravi”.
Oltre che segnalare il ruolo indispensabile che i lavoratori immigrati hanno oggi per la produzione agricola nazionale, soprattutto quella di alta qualità, c’è un altro dato fondamentale che appare assolutamente rilevante ed è il ritorno alle campagne dei giovani. Emerge infatti che la componente giovanile nel lavoro agricolo è in crescita e nei campi un lavoratore su quattro è giovane. Il ritorno al lavoro agricolo è legato soprattutto alle campagne di raccolta di frutta e verdura e di vendemmia, attività che riguardano anche studenti e giovani sotto i 40 anni: una valida alternativa alla disoccupazione e all’inoccupazione.
Un impatto positivo si deve anche all’esperienza dei buoni lavoro, i cosiddetti voucher. In agricoltura sono stati utilizzati quasi un terzo (il 27%) dei circa 12,3 milioni di buoni cartacei per il lavoro venduti in Italia dall’1 agosto 2008 ad oggi. E sono sempre di più i giovani che vedono nell’agricoltura uno sbocco professionale, come dimostra la crescita degli iscritti alle facoltà di Agraria in tutta Italia: nel nord Italia si passa da un +6,5% di Perugia, al 12,4% di Padova, al +17,9% di Bologna e un ottimo +23,5% di Milano. Ma è al Sud della penisola che si registrano i dati più significativi: +27,1% a Napoli e addirittura +30,1% a Bari. Oltrettutto, più della metà dei laureati (il 54% per la precisione) trova un impiego entro un anno dalla laurea.
Infine, il forte dinamismo dell’agricoltura italiana emerge soprattutto dai dati sull’imprenditorialità giovanile: su circa 210 mila aziende agricole operanti in Italia, almeno 30 mila hanno a capo giovani professionisti under 40.