Coldiretti commenta con soddisfazione la decisione adottata dal Consiglio dei Ministri, che scatterà dal gennaio 2016, circa la reintroduzione dell’obbligo di indicare nell’etichetta dei prodotti alimentari lo stabilimento di produzione. E subito rilancia auspicando che al più presto si aggiunga anche l’indicazione obbligatoria della provenienza degli alimenti, come ha chiesto il 96,5 per cento degli italiani. Coldiretti fa riferimento alla consultazione pubblica on line sull’etichettatura dei prodotti agroalimentari condotta dal ministero delle Politiche Agricole (Mipaaf) che ha coinvolto 26.547 partecipanti tra il novembre 2014 e il marzo 2015.
Assecondando l’esito di quella consultazione, Coldiretti ritiene necessario che l’origine debba essere scritta in modo chiaro e leggibile nell’etichetta dove ancora manca, dai formaggi ai salumi, dalle conserve ai succhi di frutta fino al latte a lunga conservazione. Quasi la metà della spesa è ‘anonima’ con il risultato è che gli inganni del finto Made in Italy sugli scaffali riguardano due prosciutti su tre venduti come italiani, ma provenienti da maiali allevati all’estero, ma anche tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro che sono stranieri senza indicazione in etichetta come pure la metà delle mozzarelle.