Il 2015 confermerà la produzione dell’anno precedente di Parmigiano Reggiano: circa 3 milioni e 300mila forme pari ad un volume d’affari alla produzione ad un miliardo di euro, anche considerando un buon recupero sulle quotazioni, oggi al di sotto dei costi di produzione. «Continueremo a crescere, soprattutto all’estero – assicura Giuseppe Alai, Presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano – ma dipenderà molto da noi, in particolare da come sapremo organizzare meglio e coerentemente i flussi produttivi rispetto al mercato e da come continueremo ad incidere sulla qualità e sul legame con il territorio senza cedimenti».
Nel 2014 sono state esportate 42mila tonnellate, con l’indiscusso primato della Germania (7.784 tonnellate), seguita da vicino dalla Francia (7.497) e poi da Usa (6.597) e Regno Unito (4.740). Nord America, Canada e il Brasile si collocano tra i Paesi con maggiori potenzialità di crescita. Sono pesanti le conseguenze dell’embargo della Russia sui prodotti italiani: i danni per l’agroalimentare italiano ammontano a circa 250 milioni di euro. A incidere negativamente sono anche le imitazioni e le evocazioni della vera produzione italiana. «Stiamo lavorando intensamente – conclude il Presidente Alai – nell’ambito dei negoziati TTIP, per sconfiggere il ricorso a denominazioni, simboli e marchi che ingannano il consumatore, fenomeno che stimiamo valga un miliardo».