I grandi vini italiani Dop e Doc liofilizzati in kit ‘fai da te’ per produrli a casa, il prezioso aceto balsamico di Modena contraffatto con i marchi Igp, la mozzarella di bufala venduta in Australia, la fontina commercializzata in Danimarca e il prosciutto in Sud Africa. Sono tra le 70 tipologie alimentari ‘made in Italy’ più falsificate e vendute sul web.
Ad intercettare questa classifica degli ‘orrori dell’agropirateria, sono state le indagini del Comando Carabinieri politiche agricole e alimentari-Nucleo antifrodi (Nac). I dati sono stati presentati a Roma nell’incontro ‘E-commerce e frodi alimentari’ promosso dal Movimento difesa del cittadino (Mdc).
«Abbiamo un team di persone che analizza il fenomeno – spiega Massimo Cuneo, Comandante del Coordinamento Nucleo operativo Nac – e monitora il web alla ricerca di questi veri fenomeni di agropirateria. La vendita di prodotti alimentari sul web è una grande occasione, ma presenta alcune negatività: non c’è la tangibilità del prodotto, spesso non viene rappresentato nei dovuti modi, molti siti non riportano le modalità di acquisto e quelle per il recesso».
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