Italia, e altri 9, contro la proposta della Commissione che si richiamava alla lotta anticancro
Nella sua prima uscita pubblica il neo Ministro all’agricoltura, sovranità alimentare e forestale, Francesco Lollobrigida, ha spiegato le motivazioni del voto contrario dell’Italia, insieme ad altri nove Paesi, sul Piano europeo di promozione agroalimentare 2023: «All’Europa siamo andati a dire che non permettiamo di aggredire i nostri prodotti. Abbiamo votato contro una proposta che aggrediva un pezzo della nostra economia agricola. Questo settore è una centralità e lavoreremo in Europa, insieme alle altre nazioni europee, per valorizzare quella che è una ricchezza fondamentale per l’Italia».
In discussione era l’esclusione di tutti i prodotti alcolici, compreso il vino quindi, dalle campagne di promozione finanziate con fondi europei, in quanto l’alcol è indicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come cancerogeno. Secondo la proposta della Commissione europea l’accesso ai fondi sarebbe stato vincolato ai criteri stabiliti da alcuni documenti strategici, come il Farm to Fork e il piano comunitario di lotta anticancro Beca (Beating cancer), con conseguenze pesanti per il vino e le altre bevande alcoliche, la carne rossa e i suoi derivati.
Il voto del Governo italiano ha pienamente soddisfatto le organizzazioni della filiera vitivinicola italiana: Confagricoltura, Cia-Agricoltori Italiani, Copagri, Alleanza delle Cooperative Italiane, Unione Italiana Vini, Federdoc, Federvini, Assoenologi: «Apprezziamo molto la posizione del nuovo Ministro: il voto della delegazione italiana, insieme a quelle francese e spagnola, è stato infatti determinante per scongiurare l’ennesimo attacco al settore di bandiera dell’agroalimentare tricolore, già sotto pressione dalla congiuntura economica. Non intendiamo abbassare la guardia e chiediamo al Governo la massima attenzione sugli altri dossier di vitale importanza per il futuro del comparto».
«Noi – ha fatto eco il Ministro Lollobrigida – consideriamo che al centro dell’economia ci sia il popolo che deve avere il diritto ad una capacità di produzione che sia rispettosa del mondo del lavoro, dell’ambiente, della qualità del cibo e su questo verterà la strategia del nostro Ministero e speriamo di farlo insieme a tante altre nazioni che hanno la nostra necessità. Non ci arrendiamo all’idea che le bistecche si producano in laboratorio e non nelle nostre splendide campagne».