Il 66% delle strutture ricettive italiane ha avuto ricadute negative derivanti da eventi legati alla crisi climatica
È tempo di bilanci per gli operatori delle strutture ricettive italiane. La congiuntura economica non favorevole, acuita dai recenti conflitti internazionali, ha infatti reso complicata l’operatività per il 62% degli operatori turistici. A fotografare il settore nel 2023 è l’Osservatorio Turismo Nomisma realizzato per conto di UniCredit, secondo cui l’operatività degli operatori turistici ha risentito in primis dell’aumento dei costi energetici (37%) e della crescita generalizzata dei prezzi causata dall’inflazione (15%). Inoltre, per quattro strutture su dieci, la complessità operativa riscontrata nell’ultimo anno è dipesa anche dall’aumento dei tassi di interesse e dalla contrazione della domanda interna. Rilevanti anche gli aspetti inerenti il personale: il 14% delle strutture ha riscontrato difficoltà a trovare risorse da assumere, evidenziando un aumento del +6% rispetto a quanto dichiarato nell’ottobre 2022.
«L’Osservatorio mostra chiaramente come siano numerose le sfide, e con esse anche le opportunità, per gli operatori della filiera turistica italiana – afferma Remo Taricani, Deputy Head of Italy di Unicredit -. Temi di rilevanza globale e infrasettoriale come la transizione digitale e la sostenibilità hanno un impatto concreto e possono segnare il successo o meno di un’iniziativa turistica. UniCredit vuole essere in prima linea per supportare le imprese turistiche italiane nei loro percorsi di ammodernamento dell’offerta. Attraverso l’iniziativa Made4Italy mettiamo a disposizione cinque miliardi di euro per nuovi investimenti, insieme al nostro know-how finanziario, con l’obiettivo di promuovere progetti legati alle identità regionali e favorire un’offerta congiunta tra aziende ricettive e imprese agroalimentari, valorizzando i territori italiani per attrarre nel Paese nuovi flussi di turismo internazionale».
«Gli operatori turistici si dimostrano sempre più consapevoli e oculati nella definizione di una strategia di business che sia in grado di far fronte a una situazione macroeconomica sfavorevole e di soddisfare le mutate esigenze del turista – aggiunge Mattia Barchetti, Head of Market Intelligence di Nomisma -. Continuare ad investire per migliorare la propria attrattività rappresenta un fattore discriminante per garantire all’Italia un ruolo da protagonista tra le mete di viaggio. Gli intermediari finanziari saranno fondamentali nel sostenere le aziende della filiera turistica con progetti che siano in grado, da un lato, di premiare i più abili e, dall’altro, di aiutare coloro che, seppur con difficoltà, saranno in grado di superare questo momento di incertezza».
L’attenzione alla sostenibilità come driver strategico
Gli investimenti e le strategie messi in campo dalle strutture ricettive nel biennio 2023-24 vanno nella direzione di aumentare la propria attrattività e rispondere alle nuove richieste del mercato. In questo contesto, la sostenibilità ambientale è diventata un driver strategico fondamentale per quasi otto operatori turistici su dieci. Questa nuova consapevolezza ha spinto le strutture ad adottare politiche e soluzioni sostenibili, riducendo l’impatto ambientale e incontrando la crescente domanda di turismo sostenibile. Molti operatori hanno già intrapreso iniziative in questa direzione: il 72% degli intervistati ha fatto investimenti per la raccolta differenziata, la depurazione dell’acqua, la riduzione dei rifiuti e delle sostanze inquinanti, il 70% si è attivato per ridurre gli sprechi alimentari, il 66% ha adottato azioni di risparmio idrico e (nel 51% dei casi) energetico. Peraltro, le strutture ricettive dichiarano di avere in programma l’attivazione di una serie di attività a favore della sostenibilità ambientale, tanto che il 35% degli intervistati implementerà entro i prossimi dodici mesi azioni di risparmio energetico, il 28% acquisterà materie prime con caratteristiche di sostenibilità o si impegnerà a favorire gli spostamenti green dei loro clienti. Inoltre, un operatore su quattro manifesta l’intenzione di selezionare fornitori attenti ad aspetti di sostenibilità ambientale. Gli operatori turistici stanno acquisendo una consapevolezza sempre più marcata riguardo all’interconnessione tra sostenibilità ambientale, crisi climatica e impatto diretto che queste dinamiche hanno sulla gestione delle strutture ricettive. Il 66% degli operatori, ha dovuto confrontarsi con gli effetti diretti e indiretti che tale crisi ha generato sulle attività aziendali e, in risposta all’urgente scenario climatico in evoluzione, hanno ritenuto indispensabile adottare misure proattive per affrontare gli imprevisti atmosferici. In particolare, circa un operatore turistico su due ha deciso di sottoscrivere una copertura assicurativa per eventi atmosferici.
Tra le altre strategie adottate a favore di una maggiore attrattività un operatore su quattro, ad esempio, ha scelto di puntare al rinnovo e all’ammodernamento della struttura mentre il 23% dei rispondenti ha invece manifestato interesse a investire in impianti per la produzione di energia rinnovabile. Seguono le intenzioni di investimento nell’acquisto di nuove attrezzature (10%) e in attività e strumenti di marketing digitale (8%). Solamente il 18% degli operatori non prevede di fare investimenti nel prossimo futuro. In merito all’offerta, il 41% degli operatori del settore prevede un aumento dei prezzi di listino causato da un lato dai maggiori costi di gestione, dall’altro dalla revisione e/o ampliamento dei servizi offerti ai clienti della struttura. Un cambio di passo a livello strategico riguarderà anche la revisione dei rapporti con i clienti, con il personale ma anche con gli istituti di credito. A questo proposito, il 30% degli operatori intervistati rivedrà principalmente le condizioni di pagamento consentite ai clienti (7%), mentre il 6% ipotizza il differimento del pagamento delle rate di mutui e prestiti.
Cambia l’offerta per rispondere alle nuove esigenze dei clienti
L’Osservatorio sul Turismo ha mappato anche tutti gli aspetti che più di altri hanno inciso sull’operatività delle stesse. Tra i fenomeni maggiormente riscontrati, vi è al primo posto la minore capacità di spesa dei turisti (53%), seguita dalla contrazione della domanda interna rispetto al recente passato (49%) e dalla riduzione della permanenza media dei turisti in struttura che, nel 42% dei casi, preferiscono vacanze mediamente più brevi. Oltre a questi fattori, un’altra tendenza rilevante è rappresentata dal cambiamento nella stagionalità dei flussi turistici rispetto all’anno precedente, riscontrato da quasi quattro operatori su dieci. Inoltre, il 32% degli intervistati afferma che l’allungamento delle stagioni turistiche sta già avendo o avrà un impatto sull’operatività del loro business. A fronte di questi mutamenti gli operatori sono consapevoli di dover adeguare la loro offerta. Per intercettare al meglio i nuovi bisogni dei turisti nei prossimi 2-3 anni le strutture manifestano l’intenzione di implementare nuovi servizi, tra i quali aree fitness e benessere (18%), aree relax (16%), aree dedicate ai bambini (10%) e pet friendly (8%). Altri si concentreranno di più nel mettere a disposizione i propri spazi per eventi esterni (13%) o nell’installare impianti di sanificazione dell’aria (11%). Con riferimento ai servizi di digitalizzazione offerti ai clienti, il 28% delle strutture ha intenzione di sviluppare nel prossimo triennio un’app specifica che consente di effettuare le attività di check-in o di check-out, ma anche di acquistare servizi o prenotare attività. Un altro 28% si dichiara intenzionato a rendere le camere domotiche, mentre il 24% intende automatizzare le attività di check-in e check-out tramite l’installazione di totem dedicati. A livello di servizi per il cliente, dall’indagine emerge anche un forte interesse verso la realizzazione di dynamic packaging per consentire agli ospiti di scegliere già in fase di prenotazione i servizi aggiuntivi (25%) e di una comunicazione mail fortemente personalizzata (25%). A completamento dei servizi orientati a migliorare l’esperienza dei viaggiatori vi è, infine, lo sviluppo di un CRM che consente la raccolta di informazioni a supporto di un soggiorno quanto più personalizzato possibile (22%). Anche gli aspetti legati all’offerta enogastronomica occupano un posto rilevante tra i servizi da sviluppare. Le strutture ricettive, infatti, dichiarano di avere in programma progetti che prevedono la possibilità di effettuare degustazioni di prodotti tipici direttamente nella struttura (27%), di acquistare prodotti locali direttamente al proprio interno (24%), ma anche di introdurre l’utilizzo di prodotti BIO (16%).
Infine, dall’Osservatorio sul Turismo Nomisma per UniCredit emerge anche l’interesse nel rispondere alle esigenze di chi viaggia per lavoro. L’offerta di servizi più vicini alle nuove richieste del mercato riguarda anche l’offerta business, con una struttura su cinque che prevede nel prossimo triennio di attivare convenzioni con co-working esterni o realizzare aree di coworking nelle aree comuni della struttura ma anche di rendere disponibili in camera postazioni per lo smart working (18%).
(fonte: Media Relations UniCredit)
27 dicembre 2023