Il settore marittimo europeo è responsabile del 3-4% delle emissioni complessive di anidride carbonica dell’UE

Il settore marittimo europeo è responsabile del 3-4% delle emissioni complessive di anidride carbonica dell’UE e del 26% delle emissioni totali di metano, raddoppiate tra il 2018 e il 2023. Senza contare le emissioni di inquinanti atmosferici come ossidi di azoto, aumentate in media del 10% tra il 2015 e il 2023 e zolfo e l’inquinamento delle acque.

Lo rende noto  la seconda edizione dell’European Maritime Transport Environmental Report, pubblicato dall’Agenzia europea per la sicurezza marittima (EMSA) e dall’Agenzia europea per l’ambiente (EEA) che sottolinea come il settore stia facendo progressi verso una maggiore sostenibilità ma, avverte, che è necessario che intensifichi nei prossimi anni  i suoi sforzi per soddisfare gli obiettivi climatici e ambientali dell’UE

Il trasporto marittimo, ricorda il rapporto, svolge un ruolo cruciale nel sostenere il commercio, la crescita economica, la connettività e l’accessibilità, contribuendo anche alla sicurezza energetica e alla creazione di posti di lavoro. Tuttavia, l’aumento della domanda di trasporto per il settore marittimo sta producendo ulteriori impatti ambientali sull’atmosfera e sugli ecosistemi marini. Sono stati compiuti alcuni progressi, dice , ma la riduzione delle emissioni rimane una sfida.

Resta anche una sfida la riduzione dell’inquinamento delle acque. Sversamenti di petrolio, scarichi delle acque reflue delle navi ed anche il rumore sottomarino continuano a minacciare l’ambiente. Lo scarico di acque grigie, causato in gran parte dalle operazioni delle navi da crociera, è aumentato del 40% tra il 2014 e il 2023. Si stima che i rifiuti marini derivanti dalla pesca (11.2%) e dalla navigazione (1.8%) si siano dimezzati nell’ultimo decennio, ma resta ancora difficile affrontare il problema nella sua totalità.  Anche la perdita di container, compresi quelli contenenti pellet di plastica, rimane un’importante fonte di inquinamento marino.

Le attività legate al trasporto marittimo sono responsabili anche di impatti sui fondali marini costieri europei. Sono interessati circa il 27% dei fondali marini costieri (il 5% con gravi effetti) da attività come espansioni portuali, dragaggi e ancoraggi che causano disturbi fisici e perdita di habitat. La navigazione introduce anche la maggior parte (60%) di specie non indigene e specie aliene invasive (56%) in Europa. Tuttavia, la Convenzione sulla gestione delle acque di zavorra ha portato al 31% di navi certificate e al 23% di sistemi conformi entro il 2023.

Ancora basso, anche se è un po’ aumentato, l’uso di combustibili e fonti di energia alternativi. Tuttavia, allo stato attuale, alcuni potenziali combustibili alternativi dovranno aumentare significativamente la produzione per essere in grado di soddisfare la domanda potenziale. Inoltre, dice il report, dovranno essere sviluppate linee guida internazionali armonizzate e formato personale marittimo che conosce le nuove tecnologie di decarbonizzazione.

Il rapporto ricorda anche le misure legislative che promuovono la sostenibilità del trasporto marittimo. L’UE è stata la prima a stabilire un prezzo del carbonio sulle emissioni di gas serra delle navi con l’estensione del sistema di scambio di quote di emissione dell’UE (EU ETS) al trasporto marittimo nel 2024. I ricavi dell’ETS finanziano l’Innovation Fund, uno dei più grandi programmi al mondo per tecnologie innovative a basse emissioni di carbonio, con oltre 300 progetti correlati al trasporto marittimo già finanziati. Allo stesso tempo, il regolamento FuelEU Maritime, in vigore da gennaio 2025, sta incentivando combustibili a basse emissioni di carbonio e soluzioni energetiche con limiti di intensità di gas serra sull’energia utilizzata a bordo delle navi. Il modello FuelEU Maritime fornisce la base per lo standard sui combustibili GHG (GFS) proposto per la riduzione delle emissioni a livello internazionale tramite l’Organizzazione marittima internazionale (IMO).

16 febbraio 2025