I pareri sono molto discordanti, ma in Californiana chiedono ci sia un avvertimento in etichetta
Notizia che giunge dalla California: il caffè farebbe male, fino al punto di essere cancerogeno. Lo sostiene l’associazione no profit “The Council for Education and Research on Toxics” che ha chiesto l’inserimento di un’etichetta nella quale si metta in guardia il consumatore sul rischio cancro che si corre consumando questa bevanda. E questa associazione si è di conseguenza spinta ad intentare un’azione legale nei confronti delle principali aziende che producono caffè negli States.
La motivazione che viene addotta dall’associazione no profit riguarda essenzialmente la presenza dell’acrilammide nel caffè. Si tratta di una sostanza che fa parte della lista di quelle cancerogene e che si produce durante la tostatura del caffè come anche durante la cottura di alcuni altri cibi. La prima valutazione del rischio cancro legato al caffè è del 1991. In particolare, il consumo di caffè era stato associato al rischio di sviluppare il tumore alla vescica urinaria.
Più recentemente sulla vicenda si è espressa anche l’Iarc, l’agenzia dell’Oms per la ricerca sul cancro, che in una monografia del 2016 ha stabilito che non ci sono prove evidenti che il caffè sia cancerogeno.
La nuova battaglia
in California
Malgrado i pareri avversi, l’ascoltatissima associazione ha deciso comunque di dare corpo ad un’azione legale contro le principali catene di caffè , tra cui Starbucks e 7-Eleven. Secondo le compagnie citate in giudizio la quantità di acrilammide nel caffè è molto al di sotto dei livelli di sicurezza. Gli attivisti hanno richiesto un forte risarcimento in denaro e l’obbligo di esporre il “warning”, l’avviso di pericolosità così come previsto per le sigarette. Alcune compagnie hanno già accettato un patteggiamento, specificando nelle etichette la presenza dell’acrilammide, mentre per le altre è atteso il verdetto dell’autorità giudiziaria.