La spesa alimentare degli italiani sembra essere tornata nel 2018 lungo binari più tradizionali accantonando le ‘sperimentazioni’ e ‘avventure’ degli anni precedenti: a dirlo è l’ultimo Osservatorio Immagino elaborato da GS1 Italy (associazione che riunisce 35mila imprese di beni di consumo) con la società di analisi Nielsen Italia, che ha analizzato le etichette di oltre 100mila prodotti venduti nel 2018, per un valore di 35 miliardi di euro, pari all’81% delle vendite nel largo consumo in Italia.
Le macrotendenze individuate dalla ricerca sottolineano fattori come il richiamo all’italianità, l’appartenenza al mondo del “free-from” o “rich-in”, il tema delle intolleranze, l’aspetto “lifestyle” di alcuni prodotti, la presenza di loghi e certificazioni, la texture dei prodotti, gli ingredienti benefici, la cura della casa e della persona, possibilmente “green”. Ed alcune tendenze sono diventate caratteristiche radicate nelle abitudini dei consumatori, come è il caso del biologico che ancora nel 2018 ha segnato un aumento di vendite del +6,4%, con un significativo ampliamento al mondo della casa e della persone, oltre che a quello della tavola.
Che gli alimenti siano senza coloranti o conservanti è ormai dato per scontato e non fa più pubblicità
Frena quella che era stata la forte crescita degli anni scorsi dei prodotti “free-from” così come rallentano le vendite di prodotti arricchiti con omega 3, fibre o altro. In compenso, i consumatori sembrano dare sempre più importanza ai prodotti “di filiera”, sia essa corta, certificata o garantita, ma anche a quelli che, attraverso opportune certificazioni, assicurano la bontà dei metodi di produzione e lavorazione, oltre al rispetto dell’ambiente, delle persone e degli animali.
Le aspirazioni salutistiche degli italiani si riflettono anche nell’aumento dei prodotti alimentari ricchi di fibre e proteine, mentre diminuiscono gli zuccheri e i grassi saturi, a conferma di una società sempre più attenta al benessere. In questo senso claim come “senza coloranti” o “senza conservanti” sono ormai dati per scontati tanto da essere passati al lato B dell’etichetta, quando non addirittura scomparsi.