Passo indietro dell’Unione europea sulla tracciabilità delle carni. La plenaria del Parlamento europeo ha dato un sostanziale via libera alla proposta della Commissione europea che rinvia di almeno cinque anni l’obbligatorietà del chip per i bovini. Inoltre, per ridurre i costi amministrativi attuali, ha modificato lo schema attuale di etichettatura volontaria delle carni che prevedeva un controllo preventivo da parte di Bruxelles. Le maggiori proteste sono state immediatamente espresse dai delegati spagnoli e da quelli italiani.
«Il consumatore ha il diritto di ricevere informazioni chiare e trasparenti sui propri acquisti, così come gli allevatori hanno bisogno di strumenti che possano garantire la valorizzazione delle proprie produzioni», ha commentato la vice presidente del Parlamento europeo Roberta Angelilli, chiedendo all’Italia di continuare in futuro la battaglia in Consiglio Ue a favore dell’etichettatura facoltativa. Una posizione simile è stata espressa dagli eurodeputati del Pdl Mario Mauro e Giovanni La Via, che chiedono che accanto ai dati obbligatori si possa continuare ad apporre dati facoltativi per fornire informazioni a tutela sia del consumatore che del produttore. «Con il voto di oggi l’Europa fa un passo indietro di dieci anni», ha aggiunto la leghista Mara Bizzotto. Anche l’eurodeputato dell’Idv Giommaria Uggias si è detto contrario all’abolizione dell’etichettatura facoltativa, perchè «è fondamentale proteggere e tutelare il settore agroalimentare».
Carne europea: le proteste degli italiani
Fabiano Barbisan, Presidente del Consorzio L’Italia Zootecnica e di Unicarve, ha immediatamente scritto al Ministro delle Politiche Agricole Catania: «Caro Ministro, come Lei sa oggi il Parlamento Europeo, per una manciata di voti, ha votato degli emendamenti che sopprimono l’etichettatura facoltativa delle carni bovine. Non mi dilungo a spiegarle le ragioni che abbiamo sostenuto in questi mesi di battaglia per mantenerla in vita, fatta anche personalmente, con grande convinzione, già dall’avvio del Reg. 1760/2000, perché so che Lei ne è a conoscenza, come so qual è il Suo pensiero sulla necessità di mantenere in vita un provvedimento che costituisce un ostacolo alle “informazioni fasulle” che le “Multinazionali dell’anonimato dei prodotti” vorrebbero gestire a piacere. So che ora la materia è nelle mani del Consiglio dei Ministri dell’Europa, al quale Lei partecipa con grande competenza e che, nell’ambito dell’iter procedurale del provvedimento, potrebbe succedere ancora qualcosa di positivo per mantenere in vita l’etichettatura facoltativa delle carni bovine. Ciò premesso, sono a chiederle di poterla incontrare per rappresentarle le preoccupazioni degli allevatori e valutare con Lei se ci sono ulteriori margini d’intervento per mantenerla in vita».
«Spero – ha dichiarato ancora Fabiano Barbisan – si vada ora al “quarto round” e che il Ministro Catania riesca ad allargare il blocco di minoranza che è favorevole al mantenimento dell’etichettatura facoltativa. Per parte nostra ci attiveremo per coinvolgere ulteriormente i colleghi di Francia, Spagna ed Irlanda, con i quali si sta lavorando ad un documento per la futura Pac zootecnia, chiedendo il loro sostegno. Confidiamo che il Consiglio dei Ministri non dia mandato al Presidente di turno, cipriota, di avviare i negoziati con il Parlamento in prima lettura, perché altrimenti sarebbe veramente la fine dell’etichettatura facoltativa e per i “furbetti del quartierino alimentare” si spalancherebbero le porte».