L’organizzazione europea SAFE ha chiesto che si definiscano i parametri per gli alimenti naturali
SAFE è l’acronimo dell’espressione inglese “Safe food advocacy Europe” e designa una organizzazione indipendente senza scopo di lucro con sede a Bruxelles il cui obiettivo è garantire che la salute e le preoccupazioni dei consumatori rimangano al centro della legislazione alimentare dell’UE.
Attualmente è impegnata in una battaglia perché si giunga ad una definizione legislativamente valida per indicare a quali condizioni un alimento possa dichiararsi ‘naturale’. Questa espressione, infatti, è sempre più presente in bella vista sulle etichette di molti cibi confezionati. Ma il più delle volte è solo un claim pubblicitario che può generare confusione nei consumatori, convinti che ‘naturale’ significa che “fa bene”.
Ovviamente non è così, visto che i prodotti confezionati non possono, per definizione, essere ‘naturali’ nel senso di essere esenti da qualunque lavorazione o intervento umano. SAFE ha quindi avviato una campagna informativa per mettere in guardia i consumatori dai cibi etichettati come ‘naturali’ che invece contengono sostanze chimiche: non esistendo infatti una regolazione normativa, si possono oggi definire naturali anche prodotti che nelle diverse fasi di produzione hanno subito aggiunte di sostanze chimiche per l’accrescimento o per la conservazione di quello che arriva sulla tavola.
SAFE, nel chiedere che si vada verso una etichetta dove ‘naturale’ non sia solo un nome, ma anche una certificazione, suggerisce che per guadagnare questo bollino il prodotto debba essere privo di OGM, di sostanze chimiche aggiunte e biodegradabile.
Anche se ormai tramite il QR code ci si può immergere nella narrazione della produzione di un cibo, sarà sempre una mediazione, che in quanto tale veicola un prodotto commerciale ed una “mission” di marketing. Si dovrebbe stare attenti a non premiare il pubblicitario più bravo, ma il prodotto più rispondente alle esigenze reali di sostenibilità ambientale e rispetto per gli animali.