Un nuovo accordo di tutela sarà votato il prossimo novembre dal Parlamento e Consiglio Europeo
Un accordo provvisorio a tutela del consumatore arriva dal Parlamento e Consiglio Europeo che va ad aggiornare ed integrare l’elenco delle pratiche commerciali entrato in vigore a gennaio 2022. I provvedimenti serviranno a regolamentare le comunicazioni sia di carattere pubblicitario che informativo da parte delle aziende dirette ai consumatori e si riassumono in due macro categorie: divieto di effettuare greenwashing e una maggiore trasparenza sulla durabilità e riparabilità di un bene.
I detersivi non saranno più definiti “rispettosi della natura” o imballaggi “naturali” infatti sarà vietato inserire diciture ambientali generiche, nel caso dovranno essere avvalorate da prove scientifiche. Le etichette che definiscono il prodotto “sostenibile” non potrà più essere adoperata. Solo autorità pubbliche tramite appositi iter di certificazione potranno attribuire tale aggettivo. Le aziende che acquistano i crediti di carbonio non potranno più essere annoverate nelle metodologie per definire un prodotto a impatto zero sull’ambiente.
Il Parlamento Europeo richiede una maggiore trasparenza sulla durabilità di un bene acquistato. Viene vietata la pubblicità di beni ad obsolescenza programmata, una pratica in uso su apparecchiature tech o alcune categorie di elettrodomestici. La durata o la riparabilità di un bene non potrà più essere dichiarata senza poterla dimostrare . Al consumatore non sarà più possibile suggerire di sostituire un bene ancora funzionante con uno nuovo se non necessario. Gli aggiornamenti dei software non saranno più resi necessari per poter continuare ad utilizzare il programma o la app neanche se l’aggiornamento andrebbe a migliorare la funzionalità. L’etichetta per l’estensione della garanzia dei prodotti sarà cambiata, le informazioni saranno maggiormente visibili da una nuova dove le informa
L’ok definitivo del Parlamento e del Consiglio Europeo è previsto per il prossimo novembre, gli Stati membri avranno 24 mesi per recepire le nuove norme all’interno della propria legislazione.
22 settembre 2023