Allungare la vita dei prodotti elettronici risulta una via praticabile anche per abbattere la CO2
La Commissione parlamentare dell’Unione Europea per il mercato interno e la protezione dei consumatori ha dichiarato parere positivo a favore del “diritto alla riparazione” che i consumatori potranno esercitare dando un importante segnale anche a livello culturale. Il diritto alla riparazione è basilare per la promozione dell’economia circolare e spesso, in tutta Europa, è rimasta un’opzione poco applicata. La maggior parte di questi rifiuti sono composti da dispositivi elettronici. I dati resi noti dalla Commissione Europea sullo smaltimento dei beni di consumo che vengono eliminati anziché riparati vede, in un anno, l’emissione di 261 milioni di tonnellate di CO2. Senza contare la quantità fisica di rifiuti annui equivale a 35 milioni di tonnellate. Il danno oltre ad essere ambientale è anche di carattere economico.
I dati parlano di circa 12 miliardi di euro all’anno. In un ambito in cui la materia prima è sempre meno reperibile quello che in principio poteva essere un vantaggio per le aziende ora sta diventando un danno. Basti pensare che solo il 17% dei rifiuti elettronici globali è riciclato e si parla dell’1% per la maggior parte delle materie prime di difficile reperibilità.
La proposta avanzata dalla Commissione Parlamentare dell’UE vuole promuovere la riparazione durante e oltre il periodo di garanzia legale. La richiesta verte anche sul rendere maggiormente accessibile il reperimento dei pezzi di ricambio e le informazioni tecniche per chi ripara i vari device. Una novità anche sull’estensione di garanzia legale che dovrà riguardare anche i prodotti riparati. Si è avanzata la proposta di obbligare i produttori a riparare determinati prodotti anche al di fuori della garanzia legale e nel caso non ci sia possibilità di riparazione, gli stessi, dovranno offrire dispositivi sostitutivi o ricondizionati. Se si riuscirà ad aumentare il ciclo di vita, ad esempio degli smartphone, in tutta Europa si ridurrebbero le emissioni di CO2 equivalenti al togliere dalle strade due milioni di automobili.
9 novembre 2023