Si chiami ‘Nutri-Score’ oppure ‘a batteria’, è aperto il dibattito se l’uso sia utile o negativo
Nulla è ancora deciso eppure l’Italia già litiga.
In Europa si allarga il fronte dei favorevoli ad adottare (dapprima volontariamente, ma in prospettiva obbligatoriamente) il sistema Nutri-Score di etichettatura ‘a semaforo’ dei prodotti alimentari, ma dal Governo si punta invece sul neonato sistema ‘a batteria’ che, si dice, potrebbe tutelare maggiormente la dieta mediterranea. La spinta delle lobby tricolore in questo caso sembra fortissima, ma non tutti sono davvero concordi e qualche litigio già si profila. Facciamo una piccola panoramica delle questioni sul tappeto
Ivano Vacondio
presidente
Federalimentare
L’esclusione dei prodotti Dop e Igp nell’adozione su base volontaria del sistema di etichettatura ‘a batteria’ proposto dal Governo italiano rischierebbe di affossare la nostra posizione negoziale in sede comunitaria e presterebbe il fianco alla critiche dei sostenitori del Nutri-score, sollevando al tempo stesso seri dubbi sull’effettiva utilità della batteria.
Questa esenzione, oltre ad essere dannosa, è priva di basi giuridiche e di motivi legati ai valori nutrizionali. I loghi Dop e Igp rappresentano la garanzia di qualità e origine, ma non aiutano il consumatore a conoscere i valori nutrizionali dei prodotti. Per questa ragione questi loghi non possono essere considerati alternativi al sistema dell’etichettatura nutrizionale, che ha lo scopo di informare i consumatori per aiutarli a comporre una dieta sana ed equilibrata.
Luigi Scordamaglia
consigliere delegato
Filiera Italia
Stupisce francamente che organizzazioni che dicono di rappresentare gli interessi dell’industria alimentare italiana si oppongano all’esclusione da qualsiasi sistema di etichettatura nutrizionale facoltativa dei prodotti di eccellenza Dop e Igp. Come stanno precisando molti dei consorzi di tutela coinvolti, apporre un logo, sia esso quello della batteria o quello del Nurti-Score, in etichetta, ad esempio sul nostro parmigiano o sul nostro prosciutto, accanto al logo di qualità delle Dop induce in errore il consumatore facendogli perdere la percezione della distintività di questi prodotti e vanificando tutta la comunicazione e le risorse investite su tali eccellenze. Il principio dell’esclusione deve essere ribadito quindi nel decreto nazionale sul sistema a batteria in via di emanazione.
Nicola Bertinelli
presidente Consorzio
Parmigiano Reggiano
Il Parmigiano Reggiano non è una commodity: è un prodotto ad alto valore aggiunto, riconosciuto dai consumatori e dai nutrizionisti come formaggio dagli altissimi valori nutrizionali, ricco di proteine, vitamine, sali minerali. Non abbiamo bisogno di un logo in etichetta che rassicuri il consumatore. Il principio dell’esclusione deve essere pertanto ribadito nel decreto nazionale sul sistema a batteria così che lo si riesca a far valere secondo il principio di mutuo riconoscimento anche verso quei Paesi che applicano il Nutri-score.