La Commissione europea ha dato via libera alla raccolta di firme a sostegno di un’iniziativa dei cittadini dal titolo “Eat original! Unmask your food”, vale a dire: “Mangia originale, smaschera il tuo cibo”. L’obiettivo, da tempo sostenuto con forza dall’Italia, è quello di introdurre in tutta Europa, al pari di quanto già si sta facendo nel nostro Paese, la totale indicazione dell’origine dei prodotti e delle materie prime alimentari.
Per i sostenitori dell’iniziativa inizia quindi il lavoro che dovrà portare alla raccolta in un anno di un milione di firme in almeno sette Stati membri. Se la quota sarà raggiunta, spetterà poi alla Commissione Ue dare o no seguito alla richiesta di avere etichette obbligatorie sui cibi per conoscerne l’origine. Secondo gli organizzatori, tra i quali figura anche la Fondazione ‘Campagna Amica’ promossa da Coldiretti, si tratta di un’occasione unica per cercare di realizzare un obiettivo che non è stato ancora completamente raggiunto.
Indicare l’origine dei prodotti in etichetta è una tutela anche per i consumatori
Attualmente, a livello europeo esiste l’etichetta obbligatoria su alcuni alimenti, come la carne bovina e il miele. E c’è un regolamento Ue, che entrerà in vigore nel 2020, che prevede l’indicazione obbligatoria solo quando il produttore richiama l’origine con loghi o parole.
Il fenomeno dell’Italian sounding è in crescita. L’ultima stima di Coldiretti fa salire a oltre 100 miliardi di euro il valore del falso Made in Italy agroalimentare nel mondo, con un aumento del 70% nell’ultimo decennio. In generale, l’origine obbligatoria sui prodotti alimentari rappresenta una occasione di tutela per tutti i produttori europei, riconoscendo gli alti standard di qualità delle loro produzioni rispetto a quelle importate da Paesi terzi, spesso simili solo in apparenza.