Con 427 voti in favore, 172 voti contrari e 67 astensioni, il Parlamento Europeo ha approvato una proposta legislativa per consentire all’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (EFSA) di lavorare in modo più efficiente e trasparente: il testo da mandato alle autorità del Parlamento di avviare un negoziato con i Ministri UE per raggiungere un accordo che garantisca maggiormente la conoscenza dei contenuti degli studi sulla sicurezza alimentare da parte dei cittadini europei.
Le nuove norme, infatti, mirano a rendere più trasparente la valutazione del rischio e a garantire che gli studi utilizzati dall’EFSA per autorizzare l’immissione sul mercato di ciascun singolo prodotto siano affidabili, oggettivi e indipendenti. Il testo approvato dall’Assemblea prevede che sia pubblico l’accesso a tutte le informazioni sulla valutazione di sicurezza e permette all’EFSA di consigliare al richiedente su come fornire tutte le informazioni richieste per decidere sull’autorizzazione, per consentire di accelerare la procedura.
Tutto nasce dalla battaglia in corso sul glifosato e dalle contestazione sugli studi pubblici e privati
Viene istituito un registro comune europeo degli studi commissionati, per dissuadere le imprese che richiedono l’autorizzazione dal non presentare studi sfavorevoli alle loro domande e in caso di dubbi sulle prove fornite dalle imprese, l’Agenzia potrebbe anche consultare enti terzi per verificare l’esistenza di altri dati scientifici o studi pertinenti. Il Parlamento ha inoltre approvato una serie di criteri per decidere quali informazioni possano essere mantenute riservate, ad esempio il marchio con cui un prodotto sarà commercializzato o descrizioni dettagliate dei preparati.
La proposta fa seguito all’iniziativa dei cittadini europei sul glifosato, in particolare alle preoccupazioni espresse nell’iniziativa in merito alla trasparenza degli studi scientifici utilizzati per la valutazione dei pesticidi. Essa fa seguito anche a un controllo di idoneità della legislazione alimentare generale, avviato nel 2014 e completato nel gennaio 2018 dalla Commissione europea.