Uno studio dimostra che le indicazioni dovrebbero essere ancora più immediate e meno ripetitive .
Per i consumatori, anche le più semplici indicazioni contenute sulle etichette dei prodotti alimentari sono difficilmente comprese e, soprattutto, ciò accade senza che all’atto dell’acquisto se ne rendano realmente conto. Anzi, spesso sono certi di aver correttamente capito quello che hanno letto nemmeno accorgendosi degli errori commessi.
È quanto ha appurato da uno studio pubblicato sul “Journal of Nutrition Education and Behaviour” e condotto dai ricercatori della George Washington University e della Johns Hopkins University.
Messaggi apparentemente semplici come la data di scadenza possano essere fraintesi: nello studio veniva chiesto a oltre 2.600 persone di spiegare che cosa significavano, per loro, le diciture “da consumarsi preferibilmente entro” e “da consumarsi entro”. Entrambe sono risultate conosciute a livello generale rispettivamente dal 64 e dal 44% dei partecipanti. Ma andando nel dettaglio, per quanto riguarda la prima, solo il 46% del campione ha risposto che la qualità potrebbe deteriorarsi una volta superata la data in etichetta. Per la seconda, meno del 25% ha risposto che, dopo la data indicata, consumare quell’alimento potrebbe essere poco sicuro.
I ricercatori hanno quindi unito alle stesse diciture altre scritte che, per esempio, mettevano in risalto quanto si sarebbe sprecato in cibo, o perso in denaro, se la data non fosse stata rispettata: utilizzando sette tipi di rinforzi differenti è stato possibile ottenere un visibile miglioramento. Infatti, per la dicitura “preferibilmente entro” il tasso di persone che non avevano capito esattamente era sceso al 37%, e per la seconda al 48%.
Altro aspetto emerso dalle interviste è l’eccesso di confidenza da parte di alcuni consumatori. Infatti, anche se la maggior parte degli intervistati ha affermato di leggere le etichette e di utilizzare le informazioni per decidere come comportarsi, alcuni pensano che siano superflue e le considerano noiose e ripetitive.