Gli esperti anti-contraffazione hanno scoperto che il miele trovato in vari supermercati Usa in realtà non era il prodotto sano e naturale delle api, ma un intruglio di sciroppo di mais o riso e dolcificanti a base di malto e zucchero grezzo di scarsa qualità. Il miele analizzato era di provenienza Asiatica, secondo quanto ha afferma Live Science: le indagini su certo numero di campioni attraverso un test laser per ricercarne gli isotopi, si è visto che molto di quel miele presentava tracce di piombo antibiotici pericolosi, dolcificanti artificiali e cloramfenicolo, un batteriostatico molto utilizzato in Asia per disinfettare le arnie, favi e altri materiali usati in apicoltura.
Secondo l’ultimo rapporto di Greenpeace, anche gran parte del polline europeo conterrebbe un vero e proprio cocktail di pesticidi tossici. Sono ammessi gli antibiotici in alcuni paesi (Italia esclusa) per la cura di alcune patologie quali la peste americana e la peste europea. La truffa dello zucchero aggiunto, non è una novità in questo settore, c’è comunque rischio grave per la salute che comporta a lungo andare il consumo di questo prodotto inquinato o contraffatto.
La Cina è il secondo fornitore di miele dell’Italia. Al primo posto troviamo l’Ungheria. Secondo quanto comunicato dalla Coldiretti, in Europa attualmente c’è un boom di importazioni di miele dall’estero, con particolare riferimento a Paesi ad alto rischio di contaminazione del polline.
La tutela del miele: arriva da Marte la difesa contro i falsi
Il miele cinese giunge in gran quantità sugli scaffali di tutto il mondo a costi bassissimi. I cinesi per aggirare i dazi elevati a cui il loro prodotto era soggetto fino poco tempo fa lo spedivano prima in Thailandia o Paesi in limitrofi, poi lo rietichettavano anche più volte per non farne capire la provenienza o l’origine esatta.
Si parla di un affare di milioni di dollari per le grandi catene di supermercati e fast food Americani che “riciclano” il miele a basso costo, derivato da una procedura di filtraggio che lavora il prodotto ad alte temperature, forzando così le sostanze naturali che sottoposte ad un’ elevata pressione vengono in seguito filtrate con filtri estremamente piccoli per rimuoverne i pollini. Questa tecnica serve ai produttori per nascondere l’identità della fonte del miele, ed è una tecnica usata spessissimo dai cinesi che illegalmente riescono a vendere così tonnellate del loro prodotto sui mercati americani.
Un metodo per capire l’esatta provenienza del miele cinese dopo la complicata “depurazione chimica” fatta per eliminare qualunque traccia di polline presente che rivela l’origine del luogo di produzione è stato messo appunto dagli scienziati: mentre cercavano di studiare se su Marte ci fosse il metano hanno sperimentato una particolare tecnica di ricerca di certe particelle chimiche. Applicando l’esperimento anche al settore alimentare, per verificare l’origine di certi prodotti, quali in tal caso il miele, per cercare di risalire ai fiori utilizzati verificandone la zona di origine.
La tutela del miele: il più sicuro è quello italiano
Un altro problema è rappresentato dal miele che contiene pollini Ogm, non è facile capire se un barattolo di prodotto contiene o meno polline modificato geneticamente. L’Unione Europea ha decretato che il polline è un componente naturale, e non un ingrediente del miele: ciò significa che la presenza di polline Ogm è segnalata in etichetta soltanto se superiore allo 0,9%. Per il miele in vendita in Europa, però, non è necessario indicare in etichetta la presenza di polline Ogm, dal momento che il quantitativo contenuto nel miele risulta inferiore alla soglia dello 0,9%, come previsto dalla legislazione europea. Il Parlamento Europeo, riunito a Strasburgo in sessione plenaria, ha adottato il testo per la modifica della direttiva 2001/110/CE. La normativa per l’etichettatura del miele ora dovrà ricevere l’approvazione formale del Consiglio dei Ministri europeo. La decisione del Parlamento Europea non rispetta quanto stabilito in precedenza dalla Corte di Giustizia, che aveva indicato il polline come un ingrediente, non come un componente naturale del miele. Nei Paesi dove sono presenti campi coltivati con sementi Ogm vi sarebbe un alto rischio di contaminazione del polline.
Il miele italiano non è contaminato, poiché nel nostro Paese non si coltivano Ogm (tralasciando il caso del Friuli). La provenienza italiana del miele in etichetta è indicata obbligatoriamente quando il miele è stato raccolto completamente sul territorio nazionale; Se invece il miele viene raccolto in più Paesi dell’Unione Europea, troveremo la dicitura “miscela di mieli originari della CE”. Quando il miele proviene da Paesi esterni all’UE, compare la scritta “miscela di mieli non originari della CE”.