Nei mesi di lockdown sono aumentare del 33% le notizie false sui migliori prodotti Made in Italy
Un esempio di notizia clamorosamente falsa? “Con il lockdown anche le mucche sono state tenute lontano dai pascoli e sono depresse: per questo i formaggi sono meno buoni”!!! Che sia una fake news è assolutamente evidente, eppure ha trovato spazio in questo periodo di pandemia da Covid-19.
Perché, per cause insondabili, la mole delle fake news sul cibo Made in Italy, diffuse a mezzo social, è aumentata in modo assolutamente significativo. Lo dimostra una indagine condotta dall’agenzia di comunicazione Klaus Davi & Co. per conto della Commissione Agricoltura alla Camera dei Deputati.
Il monitoraggio ha preso in considerazione il periodo compreso tra marzo e settembre 2020, smascherando le più diffuse false dicerie sui prodotti dell’enogastronomia italiana: quello delle fake news a tema agroalimentare è un fenomeno in aumento costante da qualche anno a questa parte, negli ultimi mesi, però, l’incremento è stato netto, e in numeri fa registrare un +33%. Le categorie merceologiche più colpite sono pasta, formaggi e dolci, tre filiere strategiche del Made in Italy alimentare e quelle, guarda caso, che sembrano aver meglio retto in termini di export sui mercati internazionali.
Un ruolo preponderante nella diffusione di fake news “gastronomiche” è attribuito alle donne: il loro ruolo pesa sul totale per il 65%, contro il 35% degli uomini. Diffusori naturali di falsità che circolano sui social network, per l’intensità stessa della fruizione che fanno del mezzo, sono i teenager.
In particolar modo, dalla consultazione di oltre 500 post a tema alimentare, l’indagine si è concentrata sulle notizie denigratorie che negli ultimi mesi hanno colpito i prodotti caseari Made in Italy più noti, soprattutto il Parmigiano Reggiano. Un altro esempio? “La Ricotta romana non facilita il sonno”. Ed invece è scientificamente provato che contiene triptofano, componente utile a innalzare i livelli di serotonina e melanina nel cervello.