Il 99% degli acquirenti di acqua minerale ritiene incomprensibili le etichette e non legge i dati che vi sono riportati. L’autorizzazione sanitaria rilasciata dal Ministero della Sanità e i valori relativi ai controlli analitici realizzati in laboratorio vengono trascurati dalla stragrande maggioranza delle persone che scelgono la bottiglia da comprare sulla base del costo, del sapore e della pubblicità. Primo fattore quindi il prezzo, ma questo per la minerale è sostanzialmente scollegato dalla materia prima e dipende da altri fattori come: la gestione della fonte (ricerche ambientali e geologiche per mantenere costante la qualità e la purezza), la quantità di plastica utilizzata per la bottiglia, il trasporto, la pubblicità, il margine del distributore e l’IVA arrivata al 21%.
Considerando un consumo standard di due litri al giorno, la famiglia che sceglie una marca pubblicizzata in televisione deve preventivare un costo di circa 20 euro al mese; scegliendo una marca locale poco famosa si può scendere ad una spesa di 13 euro mensili; volendo risparmiare a tutti i costi e acquistando cestelli pesanti con bottiglie da due litri senza bollicine il costo può scendere fino a 6 euro.
La differenza tra acque minerali e quella erogata dai nostri rubinetti non è nelle proprietà diuretiche quanto nella possibilità per quella di rete di essere trattata con operazioni di filtrazione e clorazione a garanzia della costanza della qualità del servizio offerto dalla rete pubblica.