Dopo che negli Usa la Food and Drug Administration ha deciso di mettere al bando Paba e salicilato di trolamina, due delle molecole che filtrano la radiazione, contenute nelle creme solari, giudicandole non sicure e inefficaci, anche i dermatologi italiani dello Sidemast (Società italiana di dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle malattie sessualmente trasmesse) hanno lanciato un appello perché vengano stabilite nuove e più stringenti norme ed etichette più chiare per i consumatori.
«Le nuove misure di protezione adottate negli Stati Uniti – dice Piergiacomo Calzavara Pinton, presidente della Sidemast – devono essere di esempio. Come società scientifica attiva nella prevenzione dei tumori della pelle possiamo solo auspicare che anche le autorità europee adeguino la normativa esistente nel Vecchio Continente per rendere i prodotti più sicuri e il consumatore più consapevole nella scelta e nell’uso delle lozioni antisolari».
Soprattutto attenti al troppo sole: le creme non possono proteggere dal tumore alla pelle
La Fda americana avverte che possono essere definiti antisolari solo alcuni tipi di sostanze come gel, creme, lozioni, spray, oli, pomate, unguenti, paste e stick e che questa denominazione non può essere utilizzata per saponi, salviettine, shampoo e formulazioni di altro genere. Fondamentale poi è la chiarezza delle etichette che riportano tutte le informazioni del prodotto, per una comprensione immediata da parte del consumatore.
Sulle confezioni devono essere indicati i filtri solari contenuti nelle creme, l’Spf ossia la protezione da Uvb, la protezione da Uva e l’indice di resistenza all’acqua. Inoltre deve essere chiaramente specificato che i solari non proteggono dal tumore della pelle se non correttamente usati e associati ad adeguate misure di comportamento al sole. In vendita inoltre non possono circolare sotto l’etichetta di antisolari quei prodotti associati a repellenti per gli insetti.