Scatta a gennaio il divieto di importazione e a giugno quello di vendita di prodotti con l’E171 .
Dall’inizio del 2022, la Commissione Europea ha vietato in Europa l’uso del biossido di titanio come additivo alimentare, concedendo un periodo di transizione massimo di sei mesi cosicché il divieto diventerà assoluto e totale nei prodotti alimentari a partire da giugno. Per i consumatori, il biossido di titanio è configurato in etichetta come additivo alimentare dalla siglatura E171: questo additivo è utilizzato in una varietà di prodotti alimentari, tra cui gomme da masticare, dolciumi, pasticcini, zuppe e piatti pronti, grazie alla sua capacità di opacizzare e conferire il colore bianco a molti prodotti.
La decisione della Commissione si basa sul parere scientifico espresso a maggio 2021 dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa): «Tenuto conto di tutti gli studi e i dati scientifici disponibili – aveva affermato Maged Younes, presidente del panel di esperti Efsa sugli additivi e aromatizzanti alimentari (Faf) – il gruppo scientifico ha concluso che il biossido di titanio non può più essere considerato sicuro come additivo alimentare. Un elemento fondamentale per giungere a tale conclusione è che non abbiamo potuto escludere timori in termini di genotossicità, connessi all’ingestione di particelle di biossido di titanio. Dopo l’ingestione, l’assorbimento di particelle di biossido di titanio è basso, tuttavia esse possono accumularsi nell’organismo umano. E questa azione potrebbe avere effetti cancerogeni».
Il divieto di importazione inizia nel gennaio 2022 mentre il divieto di vendita dei prodotti alimentari con l’E171 scatterà a giugno.
A seguito del regolamento comunitario per l’eliminazione del biossido di titanio dall’elenco degli additivi alimentari autorizzati, alle aziende del settore alimentare sarà vietato importare prodotti contenenti E171 in Europa, ma anche produrre prodotti contenenti E171 nell’UE o venderli nell’UE.
Il biossido di titanio è anche un ingrediente centrale di un gran numero di medicinali e prodotti cosmetici, ma per il momento, le industrie farmaceutiche e cosmetiche non saranno interessate dal divieto.