Grosso sequestro dei Carabinieri a Livorno, ma l’azienda dichiara: “erano prodotti per l’export”
Oltre 4 mila tonnellate di conserve e semilavorati di pomodoro sono stati sequestrati dai Carabinieri per la Tutela Agroalimentare nello stabilimento produttivo e nel deposito dell’azienda conserviera Italian Food Spa – Gruppo Petti: secondo gli inquirenti l’azienda commercializzava prodotti etichettati come “100% italiani” o “100% toscani”, quando in realtà erano realizzati miscelando materia prima locale con pomodoro straniero.
Circa 3.500 tonnellate di conserve di pomodoro erano già confezionate in bottiglia, vasi di vetro, barattoli, pacchi e brick etichettate come “pomodoro 100% italiano” o “pomodoro 100% toscano” ed altre 1.000 tonnellate erano semilavorati e concentrati di origine extra europea conservati nei fusti e bidoni utilizzati per l’importazione.
Nel corso dell’operazione, nell’area di lavorazione dello stabilimento gli addetti sarebbero stati colti in flagranza nel corso dell’operazione di miscelazione di percentuali variabili di concentrato di pomodoro di origine estera con semilavorati di provenienza italiana per realizzare il prodotto finito.
Le indagini, svolte con il supporto dell’Agenzia delle Dogane, hanno documentato come gli indagati abbiano messo in atto una “sistematica produzione e fraudolenta commercializzazione di conserve di pomodoro destinate alla Grande Distribuzione Organizzata (GDO)”, si legge in un comunicato dei Carabinieri per la Tutela Agroalimentare
L’azienda ha diffuso un comunicato nel quale spiega che “la società Italian Food Spa presenterà nei prossimi giorni tutta la documentazione più dettagliata e completa per dimostrare la tracciabilità del prodotto semilavorato oggetto delle indagini e la conseguente richiesta di dissequestro merce. La merce semilavorata industriale di provenienza estera, rinvenuta tra lo stock di prodotto toscano e italiano stivati nei magazzini, viene regolarmente utilizzata come da altre aziende del settore conserviero per il confezionamento di prodotti a marchi terzi, destinati all’esportazione fuori dall’Italia”.
Anche Anicav, l’Associazione nazionale industriali conserve alimentari vegetali, si è detta certa che “gli Inquirenti potranno chiarire nel più breve tempo possibile quanto effettivamente accaduto” e ribadisce “fiducia nell’azienda coinvolta augurandoci che possa, dal canto suo, chiarire la propria posizione e dissipare ogni dubbio sul proprio lavoro”.