Contro il dilagare dell’alcolismo una bottiglia di vino costerà più di 7,40 €, 1,70 una di birra
Attuando una misura per la necessaria lotta contro l’alcolismo, il Governo irlandese ha introdotto dall’inizio di quest’anno un prezzo minimo per la vendita di vino, birra, whisky e tutte le altre categorie merceologiche legate all’alcol: una bottiglia di vino non potrà costare meno di 7,40 euro; 1,70 per una lattina di birra, ben 20,70 per i superalcolici da 40% vol. alc. come vodka o gin, mentre il più caro (e anche il più apprezzato localmente) sarà il whisky con una spesa di 22 euro per una bottiglia da 700 ml.
«Questa misura è progettata per ridurre malattie gravi e decessi dovuti al consumo di alcol – ha dichiarato il Ministro della salute dell’Irlanda, Stephen Donnelly – L’abbiamo adottata anche per ridurre la pressione sui nostri servizi sanitari da condizioni legate all’alcol».
Secondo i servizi sanitari irlandesi, nel 2019 le persone dai 15 anni in su hanno bevuto l’equivalente di 40 bottiglie di vodka, bottiglie 113 di vino e 436 pinte di birra.
Da parte dei consumatori, il prezzo minimo per i prodotti alcolici non è stato contestato ed in generale l’opinione pubblica è favorevole al provvedimento. Anzi chiede che si attui un più ferma lotta all’alcolismo adottando campagne educative più ampie fin dall’istruzione scolastica. Si deve considerare che questo provvedimento inciderà in misura non eccessiva sugli irlandesi che possono vantare un PIL pro capite medio di circa 80.000 dollari all’anno, oltre il doppio rispetto a quello italiano.
E, infine, c’è sempre la ‘scappatoia’ internet: le regole del mercato libero europeo potrebbero consentire ai privati di acquistare online le medesime bottiglie dai Paesi UE senza pagare il prezzo minimo richiesto in Irlanda.