Cresce ogni anno il fatturato della contraffazione, ma gli effetti che il fenomeno sviluppa nei vari settori è diverso e diversi sono i danni che produce. Non è infatti la stessa cosa parlare di agropirateria, che sta minacciando l’immagine di qualità del prodotto agroalimentare italiano nel mondo, o di contraffazione dei grandi marchi del mondo della moda. In quest’ultimo ambito si manifestano negli ultimi anni aspetti assai curiosi ed interessanti.
Mentre, infatti, nel settore dell’elettronica possedere un tablet contraffatto basta ad evitare di acquisirne anche uno originale, nel settore della moda, chi compra capi contraffatti, spesso tende ad avere anche l’originale, o per lo meno a comprare altri prodotti originali della maison desiderata. Lo sottolinea una ricerca del prestigioso Ledbury Research, l’istituto inglese il cui team di analisti sviluppa accurati sondaggi e pubblica periodicamente approfondite relazioni sul mercato del lusso e della ricchezza. Detto che il senso di colpa degli acquirenti di falsi è minimo, le ultime relazioni dimostrano che si va diffondendo, da anni e sempre più, la tendenza all’utilizzo di borse false per la vita quotidiana e dell’originale per le occasioni più importanti.
Chi compra Yves St. Laurent, Chanel o Burberry falsi tende a spendere complessivamente di più, nell’arco di un anno, di chi vuole solo originali. Nonostante la motivazione generale siano i prezzi troppo alti dell’autentico, non è gente che vuole spendere di meno. E’ gente che vuole comprare di più. Il ricorso al falso insomma è una delle scelte possibili per soddisfare l’appetito consumista stimolato dalla pubblicità: si cercano i prodotti che costano meno per comprarne in maggior numero e il consumo complessivo annuo nel settore del lusso aumenta.