Da qualche anno a questa parte, stanno avendo un indubbio successo sui banchi di negozi di alimentari e nei supermercati i ‘galani al forno’. La natura di questo successo è legata alla convinzione ‘salutistica’ dei consumatori che preferiscono al galano fritto, quello cotto al forno perché ritenuto più leggero di quello tradizionale. «Ma questo non è vero – sostengono senza mezzi termini Christian Malinverni e Oliviero Olivieri rispettivamente presidente regionale degli alimentaristi e dei pasticceri di Confartigianato – perché anche il galano al forno viene prima fritto nell’olio, solo che la cottura viene poi completata al forno. Millantano che sia meno grasso, ma non lo è affatto».
I prodotti industriali sottraggono specificità a quelli tipici e tradizionali
«Il fatto è – spiegano gli esponenti di Confartigianato – che del galano al forno si è impadronita l’industria, che ne produce grandi quantitativi, mentre quello tradizionale, che noi difendiamo, è prodotto soprattutto da pasticcerie e forni artigianali. Nel galano tradizionale, ad esempio, l’olio è un elemento produttivo essenziale, perché deve essere di ottima qualità, deve essere cambiato spesso, deve avere la giusta temperatura: e i dolci acquistano il giusto colore, la giusta consistenza».
Chistian Malinverni lancia in conclusione un vero e proprio appello ai consumatori: «In un momento come il Carnevale, crediamo sia giusto affidarsi alla tradizione e alla qualità che possono garantire i nostri straordinari artigiani dell’alimentazione e della ristorazione. Anche un solo acquisto di questo genere è un “piccolo valore” che può contribuire a dare ulteriore forza a un comparto che è tra i pochi a resistere alla crisi garantendo occupazione e lavoro a decine di migliaia di lavoratori».