Sarà finalmente possibile conoscere il nome delle aziende che importano gli alimenti dall’estero: lo annuncia Coldiretti nel riferire del pronunciamento del Consiglio di Stato del 6 marzo 2019 sull’accesso ai dati dei flussi commerciali del latte e dei prodotti lattiero caseari oggetto di scambio intracomunitario e provenienti dall’estero. Qauesti dati sono detenuti dal Ministero della Salute, ma fino ad oggi erano sottoposti ad una specie di ‘segreto di Stato’ che l’Autorità giudiziaria ha deciso debba decadere.
Nel 2018 in Italia è scoppiato più di un allarme alimentare al giorno per un totale di ben 398 notifiche inviate all’Unione Europea. Solo il 17% hanno riguardato prodotti con origine nazionale, il 49% provenivano da altri Paesi dell’Unione Europea e il 34% da Paesi extracomunitari. In questo quadro le maggiori preoccupazioni sono determinate dalla difficoltà di individuare e rintracciare rapidamente la provenienza dei prodotti a rischio per toglierli dal commercio restituendo ai consumatori quella fiducia che episodi riportati dai media mettono in discussione.
Per Coldiretti Venezia si tratta di una tappa importante verso la trasparenza dei prodotti alimentari
Finora una complessa normativa doganale ha impedito l’accessibilità dei dati sulle importazioni, ma dopo il pronunciamento del Consiglio di Stato sarà possibile, per motivate ragioni, chiedere al Ministero della Salute da dove viene, ad esempio, il latte impiegato in yogurt, latticini o formaggi di una determinata marca. Una opportunità che, secondo Coldiretti, dovrebbe valere anche per la provenienza della frutta in succhi e marmellate o della carne impiegata nei salumi.
«Si tratta di un importante traguardo verso la trasparenza – sottolinea il presidente di Coldiretti Venezia, Andrea Colla – l’etichettatura obbligatoria dell’origine per tutti i prodotti agroalimentari insieme all’abolizione del ‘segreto di Stato’ sui cibi stranieri rappresentano un “bene patrimoniale” per l’intero Paese sia per i produttori sia per i consumatori».